Dopo i 40.000 morti di una guerra insensata e perduta

PACE CON GIUSTIZIA 

 CITTà€ DEL MESSICO
Un silenzio assordante. È così che si può riassumere la lunga marcia «per la pace con giustizia e dignità » che iniziata lo scorso 5 maggio a Cuernavaca (cento chilometri a sud di Città  del Messico) si è conclusa questa domenica nella piazza centrale della capitale messicana, lo Zocalo. Silenzio, spiega Javier Sicilia, premio nazionale di poesia, giornalista e padre di Juan Francisco, assassinato dai sicari del narco-traffico il 28 marzo; silenzio perché «il nostro dolore è così grande e così profondo, che non vi sono più parole per nominarlo».

PACE CON GIUSTIZIA 

 CITTà€ DEL MESSICO
Un silenzio assordante. È così che si può riassumere la lunga marcia «per la pace con giustizia e dignità » che iniziata lo scorso 5 maggio a Cuernavaca (cento chilometri a sud di Città  del Messico) si è conclusa questa domenica nella piazza centrale della capitale messicana, lo Zocalo. Silenzio, spiega Javier Sicilia, premio nazionale di poesia, giornalista e padre di Juan Francisco, assassinato dai sicari del narco-traffico il 28 marzo; silenzio perché «il nostro dolore è così grande e così profondo, che non vi sono più parole per nominarlo».

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 CITTà€ DEL MESSICO
Un silenzio assordante. È così che si può riassumere la lunga marcia «per la pace con giustizia e dignità » che iniziata lo scorso 5 maggio a Cuernavaca (cento chilometri a sud di Città  del Messico) si è conclusa questa domenica nella piazza centrale della capitale messicana, lo Zocalo. Silenzio, spiega Javier Sicilia, premio nazionale di poesia, giornalista e padre di Juan Francisco, assassinato dai sicari del narco-traffico il 28 marzo; silenzio perché «il nostro dolore è così grande e così profondo, che non vi sono più parole per nominarlo».

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