È successo ieri pomeriggio al “Don Bosco” di Pisa. A Mario Santini era stato diagnosticato un tumore a marzo. Una settimana fa il ricovero in ospedale. Il dottor Ceraudo: “Rabbia e indignazione per questo caso di gravissima malagiustizia e malasanità “
È successo ieri pomeriggio al “Don Bosco” di Pisa. A Mario Santini era stato diagnosticato un tumore a marzo. Una settimana fa il ricovero in ospedale. Il dottor Ceraudo: “Rabbia e indignazione per questo caso di gravissima malagiustizia e malasanità “
PISA – Mario Santini, 60 anni, è morto ieri pomeriggio verso le 16 nella sua cella del carcere “Don Bosco” di Pisa, dopo appena due ore che era stato dimesso dai medici dell’Ospedale “Santa Chiara”. Questo è il tragico epilogo di una triste vicenda che lo vede come protagonista, come rifersice l’Osservatorio permanente sulle morti in carcere. Santini era considerato un detenuto a “bassa pericolosità”: assegnato alla Sezione di custodia attenuata “Prometeo”, aveva già fruito di diversi permessi-premio, dai quali era sempre rientrato regolarmente. Ma era anche un uomo gravemente ammalato, debilitato dalla tossicodipendenza e dall’Aids. A marzo, dopo che aveva cominciato a “sputare sangue”, gli era stato diagnosticato un tumore ai polmoni, ormai allo stadio avanzato.
Il responsabile sanitario del “Don Bosco” Francesco Ceraudo, che conosceva Santini, si è subito adoperato per fargli ottenere una misura alternativa, o il ricovero ospedaliero senza piantonamento, al fine di garantirgli una cura adeguata. Ma a nulla è valso il suo intervento. Passati due mesi, il detenuto è rimasto in carcere, fino a che, una settimana fa, ha avuto una grave crisi respiratoria. Solo allora è stato condotto all’Ospedale “Santa Chiara”, piantonato dagli agenti di polizia penitenziaria. Ieri mattina i sanitari l’hanno dimesso, rispedendolo in carcere. Alle 14 è rientrato in cella, e alle 16 è morto in seguito a una nuova crisi respiratoria. Per di più, nessuno se ne è accorto inizialmente: il suo corpo senza vita è stato scoperto solo alle 18.
“Provo rabbia e indignazione per questo caso di gravissima malagiustizia e gravissima malasanità – afferma il dottor Ceraudo -. Da quattro mesi (ndr da quando ha lasciato l’incarico per il pensionamento) il carcere di Pisa è senza direttore sanitario e, in attesa del concorso per la nomina del nuovo funzionario, il servizio medico è precipitato nel caos”. Il responsabile sanitario pretende che siano accertate le responsabilità sulla morte di Santini: “Se fossi stato nei panni del medico Sias che prestava servizio ieri pomeriggio al carcere Don Bosco, non avrei accettato il paziente Santini, avrei dichiarato la sua totale incompatibilità con il regime detentivo e l’avrei rimandato all’ospedale”, conclude Ceraudo.
Con la morte di Mario Santini salgono a 65 i decessi in carcere dall’inizio del 2010. Nella Casa Circondariale di Pisa l’ultimo decesso risaliva al 5 settembre 2010, vittima il 33enne Moez Ajadi, sulla cui morte fu aperta un’inchiesta che ne identificò la causa in una overdose da farmaci.
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