La relazione della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell'Interno sull'attività  di contrasto delle forze di polizia nell'anno 2010, rappresenta una buona occasione per valutare gli effetti della legge che porta il nome di Giovanardi e che quest'anno festeggia il primo quinquennio di applicazione. Il quadro che scaturisce da questa Relazione conferma clamorosamente quanto già  emerso e da noi denunciato negli anni scorsi: la repressione punta sempre più al «basso». ">

Canapa, solo repressione

La relazione della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno sull’attività  di contrasto delle forze di polizia nell’anno 2010, rappresenta una buona occasione per valutare gli effetti della legge che porta il nome di Giovanardi e che quest’anno festeggia il primo quinquennio di applicazione. Il quadro che scaturisce da questa Relazione conferma clamorosamente quanto già  emerso e da noi denunciato negli anni scorsi: la repressione punta sempre più al «basso».

La relazione della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno sull’attività  di contrasto delle forze di polizia nell’anno 2010, rappresenta una buona occasione per valutare gli effetti della legge che porta il nome di Giovanardi e che quest’anno festeggia il primo quinquennio di applicazione. Il quadro che scaturisce da questa Relazione conferma clamorosamente quanto già  emerso e da noi denunciato negli anni scorsi: la repressione punta sempre più al «basso».

Lo si deduce dal rapporto inverso fra la quantità dei sequestri di sostanze stupefacenti (in diminuzione), le operazioni di polizia (-5,15%) e le segnalazioni all’autorità giudiziaria che aumentano del 7,12%, fino a raggiungere il record di 39.053 persone denunciate (di cui 12.006 stranieri e 1.139 minori). Il calo del volume delle sostanze sequestrate a fronte del boom dei segnalati potrebbe sembrare paradossale ma non lo è: vuol dire che si preferisce perseguire piccoli spacciatori e/o semplici consumatori trovati in possesso di quantità di sostanza superiore alla “dose massima” stabilita dai decreti ministeriali e perciò stesso presunti spacciatori. Il grosso dell’attività poliziesca è contro la canapa. Le operazioni contro i soli derivati della cannabis sono state 10.129, le denunce per hashish 8.102 (-12.51%), 6.556 per marijuana (+122,16%), 1.372 per piante di cannabis con un aumento del 15%. Il totale raggiunge la ragguardevole cifra di 16.030 persone: più del 40 per cento dei segnalati sono per canapa!
Il 96,80% delle denunce riguarda l’art. 73 del Dpr. 309/90 che ricomprende molte condotte, dall’acquisto, alla vendita, alla coltivazione, fino alla semplice detenzione finalizzata allo spaccio. La Relazione qualifica il tutto come «traffico», puntando «in alto» almeno nel linguaggio; e si guarda bene dal fornire i dati per andare a vedere meglio chi sono questi «trafficanti». Eppure, basterebbe estrapolare i denunciati in base al comma quinto dello stesso art.73, relativo alle azioni caratterizzate dalla “lieve entità”: la piccola manovalanza a cavallo fra consumo e spaccio, se non semplici consumatori, come si è detto. Ma, guarda caso, questi dati così significativi non ci sono. Li ha però ricercati lo studio condotto nel 2009 da Forum Droghe e dalla Fondazione Michelucci sui danni collaterali della legge antidroga, giungendo a risultati clamorosi. Nella parte di ricerca in profondità effettuata in Toscana, la fattispecie di «lieve entità» riguarda il 40% dei casi! Da notare che l’aumento delle denunce di quest’anno s’inserisce in un trend di incremento quinquennale: in totale nel periodo 178.578 segnalazioni all’autorità giudiziaria , di cui 61.296 per cannabis. La Relazione si premura anche di avvertire che i dati si riferiscono esclusivamente agli illeciti di carattere penale, per avere un quadro completo degli effetti sanzionatori della legge occorre aggiungere gli interventi sul consumo personale, che prevedono segnalazioni al Prefetto con conseguenti sanzioni di carattere amministrativo (per il 70% consumatori di spinelli). Il sovraffollamento delle carceri, che rende tanto orgoglioso il ministro Alfano, è in gran parte determinato dalla presenza di tossicodipendenti, pari al 25% dei detenuti, spesso colpevoli di violazioni minime della legge antidroga. L’anno scorso, lo zar antidroga Carlo Giovanardi, nel presentare la Relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze, annunciò il trionfo della sua politica con la diminuzione dei consumi del 25%, guardandosi bene dal soffermarsi sull’aumento degli arresti e delle sanzioni amministrative. Quest’anno ci aspettiamo un altro miracolo: la scomparsa dei tossicodipendenti!

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