Condannati in Italia per crimini di guerra, la Germania non li arresta. Da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzena: molte le stragi ancora impunite
Condannati in Italia per crimini di guerra, la Germania non li arresta. Da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzena: molte le stragi ancora impunite
ROMA – Condannati definitivamente al carcere a vita, eppure liberi. Diciassette ex criminali di guerra nazisti vivono tranquillamente nelle loro case in Germania perché i mandati di arresto europeo spiccati da tribunali italiani – Roma e Verona – sono stati respinti al mittente. E non hanno avuto esito le successive richieste di far scontare le pene in Germania. Tra questi ex criminali di guerra, tutti ultraottantenni, alcuni quasi centenari, ci sono i responsabili dei peggiori eccidi compiuti in Italia nel corso della Seconda guerra mondiale.
Sono otto i nazisti condannati all´ergastolo dalla Cassazione per la strage di Sant´Anna di Stazzema (560 vittime) ancora in vita e liberi; tre quelli per Marzabotto (770); uno per gli eccidi di Civitella in Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio (244 uccisi); uno per Branzolino e San Tomè (10), uno per la Certosa di Farneta (oltre 60 morti) e uno per Falzano di Cortona (16 i civili trucidati). Solo un secondo condannato all´ergastolo per quest´ultima strage, Josef Scheungraber, 93 anni, è finito in prigione: era stato giudicato colpevole anche in Germania. Per tutti i condannati definitivi la magistratura militare ha emesso nel tempo i mandati di arresto, ma i tedeschi hanno sempre rifiutato la consegna. I giudici italiani hanno quindi inoltrato al ministero della Giustizia la richiesta di esecuzione della pena in patria senza ricevere risposta. Solo per due dei condannati al carcere a vita – ritenuti responsabili delle stragi compiute nell´agosto ´44 nel Comune toscano di Fivizzano, dove furono trucidate 346 persone, in maggioranza donne e bambini – il pubblico ministero non ha ancora spiccato il mandato in attesa che diventi irrevocabile la condanna per due coimputati.
I processi in corso nei vari gradi di giudizio sono tre. Per le stragi commesse a Vallucciole e in vari borghi dell´Appennino tosco-emiliano sono dodici gli imputati davanti al Tribunale militare di Verona (350 civili uccisi, l´udienza è prevista per metà giugno). Si è appena concluso in primo grado, invece, il processo per l´eccidio del Padule di Fucecchio (184 le vittime): il Tribunale militare di Roma ha inflitto l´ergastolo a tutti e tre gli imputati.
Trenta sono le inchieste ancora aperte in Italia. L´accelerazione dei processi sui criminali nazi-fascisti impuniti subì un´accelerazione nel 1994 quando il pm Marco De Paolis scoprì a La Spezia “l´armadio della vergogna”, dove erano stati occultatati 695 fascicoli di crimini di guerra mai perseguiti. Fino a quel momento i casi portati in giudizio erano stati solo dieci, a fronte di quattrocento eccidi e quindicimila vittime. Dal ´94 ad oggi si sono celebrati una ventina di faticosi dibattimenti e alcuni hanno portato a condanne all´ergastolo. Solo tre imputati, però, sono finiti in carcere: Erich Priebke (l´unico ancora in vita, oggi ai domiciliari nella casa del suo avvocato), Karl Hass (deceduto nel 2004 nella casa di riposo di Castelgandolfo) e Michael Seifert (detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e morto lo scorso novembre).
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