Da Parigi nel cuore della Sicilia per sostenere i comitati referendari e i centoventicinque sindaci che dicono no alla privatizzazione dell'acqua. ">

Sicilia per l’acqua pubblica con gli auguri di Parigi

Da Parigi nel cuore della Sicilia per sostenere i comitati referendari e i centoventicinque sindaci che dicono no alla privatizzazione dell’acqua.

Da Parigi nel cuore della Sicilia per sostenere i comitati referendari e i centoventicinque sindaci che dicono no alla privatizzazione dell’acqua.

Madame Anne Le Strat, vice Sindaco di Parigi e presidente della società pubblica «Eau de Paris», che gestisce il servizio idrico nella capitale francese, ha partecipato ieri a Burgio, in provincia di Agrigento, alla manifestazione regionale che ha aperto in Sicilia la campagna referendaria per l’acqua pubblica. «Parigi e la Sicilia sono oggi unite nella lotta comune per l’acqua pubblica – ha detto Anne Le Strat – Per venticinque anni Parigi ha avuto una gestione privata dell’acqua e si sono avute opacità finanziarie molto grandi, perdite di controllo delle competenze e della proprietà e il prezzo è stato moltiplicato del 270 percento». «Abbiamo scelto di togliere l’acqua dalle mani dei privati e di affidarla ad un unico operatore pubblico per tutta Parigi – continua – Dopo un anno di sperimentazione possiamo vedere i vantaggi della gestione pubblica, la democrazia è garantita dal controllo dei parigini sul servizio. I soldi degli utenti servono solo alla gestione del servizio idrico, i profitti che abbiamo registrato ci hanno consentito di diminuire le tariffe, aiutando soprattutto gli utenti più poveri. Spero che vi porterò fortuna in occasione del prossimo referendum sull’acqua pubblica». Una cinquantina di sindaci provenienti da ogni angolo della Sicilia hanno partecipato alla manifestazione svoltasi nella piazza di Burgio. In questa parte della Sicilia occidentale si sono tenuti referendum cittadini contro la privatizzazione dell’acqua e il commissario straordinario venuto a chiedere la consegna delle reti idriche è stato cacciato dai cittadini di Bivona, Burgio e Santo Stefano, capeggiati dai loro sindaci. In altri comuni sono state fatte delle modifiche allo statuto per inserire articoli che sanciscono che l’acqua è pubblica ed è un bene essenziale. Molti dei sindaci siciliani intervenuti hanno raccontato la lotta sostenuta insieme a tanti cittadini per contestare l’affidamento della gestione dei servizi idrici alle società private. Ancora in queste oremolti consigli comunali e provinciali della Sicilia hanno votato, in gran parte all’unanimità, una mozione a favore della gestione pubblica dell’acqua ed appelli sono venuti pure dai vescovi durante le messe di Pasqua perché si torni ad una gestione pubblica.

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