Si sono messi d’accordo per evadere dall’ex carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.
Si sono messi d’accordo per evadere dall’ex carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta.
Un patto tra poveri, dove una parte di tunisini si sono sacrificati creando una sommossa all’interno della caserma Andolfato, lanciando pietre contro le forze dell’ordine e i blindati, mentre in una cinquantina, coperti dai disordini sono fuggiti usando le brandine e calandosi dall’altra parte del muro di cinta con le lenzuola annodate. È successo nella notte tra lunedì e martedì, la terza di fila trascorsa tra rivolte ed evasioni. La tensione infatti è alle stelle da quando si è appreso che ai nuovi arrivati non verrà concesso nessun permesso di soggiorno umanitario, visto che il decreto del presidente del consiglio dei ministri li ha bloccati per gli arrivi dopo il 5 aprile. A esacerbare gli animi ci si è messa poi l’ordinanza governativa di venerdì scorso, con la quale il centro di accoglienza è stato trasformato in Cie (il primo in Campania). Sia la Caritas che i mediatori culturali sono stati buttati fuori e i migranti hanno capito di essere in un carcere a tutti gli effetti. «È scandaloso – spiega Cristian Valle, uno degli avvocati che sta seguendo i tunisini – per sei giorni, i migranti sono stati detenuti in maniera del tutto illegittima, senza un ordine formale di trattenimento e quindi anche senza una convalida di una qualsivoglia autorità giudiziaria. Così durante le udienze, il giudice di pace ha dovuto adottare un assurdo stratagemma asserendo che in quei 6 giorni questi ragazzi si sarebbero reclusi nel campo volontariamente». Secondo la legge infatti in un Cie non si può essere trattenuti più di 4 giorni (48 più 48) senza una convalida del giudice. Questi infatti sono i profughi arrivati Lampedusa per cercare asilo politico e che hanno vagato sulla nave Excelsior per 6 giorni, dal 12 al 18, prima di arrivare a Napoli. Inizialmente erano circa 200, ma con le fughe la mancanza di informazione da parte della questura è difficile fare un bilancio di quanti siano attualmente detenuti nel Cie. Ieri dopo l’evasione è scattata la caccia all’uomo nelle campagne casertane e in 15 sono stati riacciuffati e riportati indietro. Ragazzi che vengono trattati come criminali anche se la maggior parte di loro – scappati da situazioni di crisi e miseria – vorrebbe solo ricongiungersi con i familiari in Francia o cercare un lavoro nel nostro paese.
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