Bufera sull’uscita del viceministro della Lega Bocchino: governo incoerente. Fiano: si dimetta
MILANO — «Bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli. Almeno per ora…» . A Roberto Castelli piace da matti: sgancia la battutaccia, si gode l’effetto, e poi ricorre a qualche sofisma per spiegare che quel che ha detto è perfettamente di buon senso. E così, giusto per alleggerire, anche ieri ha voluto cavarsi il gusto di una bombetta verbale.
Bufera sull’uscita del viceministro della Lega Bocchino: governo incoerente. Fiano: si dimetta
MILANO — «Bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli. Almeno per ora…» . A Roberto Castelli piace da matti: sgancia la battutaccia, si gode l’effetto, e poi ricorre a qualche sofisma per spiegare che quel che ha detto è perfettamente di buon senso. E così, giusto per alleggerire, anche ieri ha voluto cavarsi il gusto di una bombetta verbale. Che, per inciso, a una certa parte dell’elettorato leghista sarà piaciuta da matti. Il viceministro alle Infrastrutture è ospite di Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro a Un giorno da pecora su Radio2. E spiega: «Le violenze degli immigrati potrebbero obbligare le autorità ad usare le armi. Zapatero ha sparato agli immigrati che volevano andare in Spagna, Sarkozy sta bombardando alcuni possibili immigrati in Libia: si prefigurano momenti drammatici. E, se ragioniamo in termini storici, cioè nell’ambito dei prossimi decenni, c’è il pericolo che questa invasione possa diventare di decine di milioni» . E dunque? «Le controversie internazionali, spesso, come abbiamo visto in Iraq o in Kosovo, si risolvono con le armi» . I conduttori incalzano: Castelli intende dire che potrebbe essere necessario usarle anche da noi? Ovviamente il viceministro spera «che questo momento non debba mai venire» . Però, «questo problema potrebbe diventare talmente enorme che dovremo porci il problema di usare anche le armi» . Il ministro è in escalation. Se la soglia in cui è ammissibile sparare è «quando si arriva alla violenza» , il richiamo a Lampedusa è lì, a portata di mano: «Questi signori, che dovevano già essere rimpatriati, hanno cominciato a bruciare i materassi. E se poi cominciassero a tirare sassi, pietre, e quant’altro? Si risponderebbe con gli scudi e i manganelli, perché così si fa nei confronti di qualsiasi cittadino italiano che non rispetta le disposizioni di pubblica sicurezza» . Fino al sovracuto: «E se uscisse qualche arma e cominciassero a sparare, noi cosa dovremmo fare? Contro le Brigate rosse cosa abbiamo fatto?» . La prima reazione è di Italo Bocchino (Fli): «Il governo non può avere questa posizione sugli immigrati nello stesso giorno in cui Berlusconi firma il decreto per l’emergenza umanitaria» . Poi, una serie di proteste da parte del Pd. Emanuele Fiano: «Castelli dovrebbe dimettersi. Un rappresentante del governo non può permettersi di usare parole di violenza nei giorni in cui chiediamo all’Ue di comprendere le nostre ragioni» . Livia Turco parla di «linguaggio violento che mette in ginocchio l’Italia, che ha già perso, per colpa di questo governo, ogni credibilità sul piano internazionale» . Conclude Stefano Donadi (Idv): «Le parole di Castelli sono un istigazione all’odio ed alla violenza. Parla come un uomo di Neanderthal» .
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