La Cgil: la Festa del Primo maggio non si svende

Primo Maggio, negozi chiusi o aperti? Chi non ha dubbi e la Cgil, non a caso ha organizzato l’assemblea nazionale dei lavoratori del commercio dal titolo che è già  un programma “La festa non si svende ». Naturalmente la festa è quella per antonomasia dei lavoratori, che da oltre un secolo si festeggia il Primo Maggio e che da qualche anno coincide con aspre polemiche, da quando alcuni sindaci hanno deciso di tenere aperti i bandoni dei negozi delle loro città .

Primo Maggio, negozi chiusi o aperti? Chi non ha dubbi e la Cgil, non a caso ha organizzato l’assemblea nazionale dei lavoratori del commercio dal titolo che è già  un programma “La festa non si svende ». Naturalmente la festa è quella per antonomasia dei lavoratori, che da oltre un secolo si festeggia il Primo Maggio e che da qualche anno coincide con aspre polemiche, da quando alcuni sindaci hanno deciso di tenere aperti i bandoni dei negozi delle loro città . Uno di questi è il sindaco di Firenze Matteo Renzi, e i maligni dicono che la Cgil abbia voluto organizzare la sua assemblea proprio nel capoluogo toscano quasi come una sfida diretta al “rottamatore”. Infatti nelle scorse settimane non sono mancate polemiche e frecciate fra la leader della Cgil, Susanna Camusso, e il sindaco fiorentino. Anche ieri non è mancato il botta e risposta. «Decidiamo che ci sono dei giorni che sono nostra identità e che non sono trasformabili, commerciabili» dice la segretaria all’assemblea di Firenze. Sull’apertura dei negozi «noi applichiamo una legge che si chiama Bersani. Il segretario della Cgil Camusso la prossima volta che vede Bersani glielo dica» è la replica di Renzi fatta a distanza. Sulla questione dice la sua anche il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni: «Il Primo Maggio è sacro. Bisogna però distinguere fra riposo, a cui si può rinunciare dietro compenso, e la celebrazione della festa ». Come dire che è possibile stare con due piedi in una scarpa. Chi si dichiara soddisfatto per le ordinanze di Renzi e Moratti è Confimprese. Chi non la pensa allo stesso modo sono i tanti delegati giunti a Firenze da ogni parte d’Italia. Nel frattempo proprio in Toscana i sindacati unitariamente, quindi anche Uil e Cisl, dichiarano lo sciopero in quelle città che avranno i negozi aperti il Primo Maggio, anche a Milano negozi aperti, mentre a Roma le commesse potranno non andare al lavoro, ma non ci sarà nessuna mobilitazione. Chi cerca di mettere le cose un po’ in ordine è l’Anci con un protocollo d’intesa sulle aperture e chiusure nei giorni di festa. Ma che in nessun caso potranno essere obbligatorie. È il senso dell’accordo partorito dalla riunione convocata dal presidente dei sindaci italiani, Sergio Chiamparino. Intanto a Firenze il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, viene sonoramente fischiato quando nell’assemblea della Filcams-Cgil sfida tutti dichiarandosi a favore delle aperture. Subito dopo in sala è apparso un lungo striscione rosso con la scritta «No al contratto del commercio. Senza la Cgil». I negozi aperti il Primo Maggio? «Proponiamo agli americani, che sono il nostro esempio, di aprire i negozi il giorno del Ringraziamento». Come dire che è impossibile. Susanna Camusso, che ha concluso la campagna «La festa non si vende » organizzata dalla Filcams, aggiunge che «bisogna distinguere fra ciò che è essenziale per la collettività e ciò che non lo è: un negozio e un ospedale non sono la stessa cosa». «Le persone hanno diritto al riposo, che non è solo una pausa fra due turni: non è solo un problema di orario, ma soprattutto il problema è che il lavoratore non diventi un essere solitario che non sa più come è fatta la sua città». All’assemblea interviene anche Adriano Sofri, e tocca a Sergio Staino con le sue vignette raccontare il dibattito del Palaffari, soddisfatto anche il segretario della Cgil toscana, Alessio Gramolati. Molti gli spunti in un video che fa sentire la voce delle commesse. Infine è il presidente della Regione, Enrico Rossi, ad annunciare che presto la Toscana avrà una legge sulle chiusure per Natale, Pasqua e Primo Maggio

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