Da dieci anni era impegnato con i bambini. Il suo centro era già  stato incendiato 

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Jenin, ucciso dagli integralisti il regista del Teatro della pace

Metà  ebreo, metà  palestinese Juliano Mer-Khamis lavorava nel campo profughi . Da dieci anni era impegnato con i bambini. Il suo centro era già  stato incendiato 

Metà  ebreo, metà  palestinese Juliano Mer-Khamis lavorava nel campo profughi . Da dieci anni era impegnato con i bambini. Il suo centro era già  stato incendiato 

GERUSALEMME – Dirigeva un teatro per bambini dentro un campo profughi insieme a un noto ex miliziano palestinese, un affronto che i militanti integralisti di Jenin non potevano sopportare. Dopo le minacce, i tentativi d´incendio del teatro, ieri hanno deciso di assassinarlo con cinque proiettili mentre in macchina andava verso il teatro. Si chiamava Juliano Mer-Khamis, ed era un attore molto noto in Israele, dirigeva il «Teatro della libertà» di Jenin, fondato nel campo profughi della città dalla madre, Arna Mer, una militante israeliana per i diritti dei palestinesi, sposata con Saliba Khamis, arabo-israeliano, dirigente del partito comunista israeliano. Una vita, un destino che sembrava già segnato. Autore del celebre documentario «Arna´s Children», Mer-Khamis aveva ri-fondato il teatro di Jenin insieme all´ex comandante locale delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, Zakaria Zubeidi, «primula rossa» per decenni della guerriglia palestinese che ha da tempo abbandonato la lotta armata. Negli ultimi mesi aveva ricevuto minacce da ambienti islamico – radicali critici verso la sua origine e la sua attività artistica. L´amicizia e la protezione di ex combattenti come Zubeidi non l´hanno salvato. Nel 2009, erano circolati nel campo profughi volantini che lo accusavano di essere una «quinta colonna» israeliana e promettevano di ridurlo al silenzio con le armi. «Repubblica» quell´anno lo aveva incontrato lì, davanti al portone del teatro che qualcuno aveva incendiato quella notte. Stretti fra le spire dell´occupazione militare israeliana e le minacce degli integralisti islamici, nel «Teatro della libertà» un pugno di attori da quasi dieci anni combatte la sua battaglia mettendo in scena commedie, aprendo laboratori teatrali ai ragazzini del campo profughi. Mimo, canto, recitazione per sfuggire all´oppressione di uno stato d´assedio perenne. Ma non solo, oltre al teatro i ragazzi possono imparare a usare il computer, prendere libri e dvd in prestito dalla piccola biblioteca, una rarità in un campo profughi. Così l´esperienza del «Teatro delle libertà» era diventato qualcosa di più di un teatro tradizionale, Mer-Khamis aveva fondato un «fortino dell´Arte». La situazione a Jenin sotto una calma apparente nasconde una grandissima tensione fra i gruppi palestinesi: gli integralisti cercano di imporre una islamizzazione forzata.

 

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