La clandestinità ha ucciso Ranbir Singh. Giovanissimo, aveva 21 anni, è stato trovato morto su una panchina in piazza dei Martiri nel centro di Bologna nella notte tra sabato e domenica scorsi.
La clandestinità ha ucciso Ranbir Singh. Giovanissimo, aveva 21 anni, è stato trovato morto su una panchina in piazza dei Martiri nel centro di Bologna nella notte tra sabato e domenica scorsi.
Aveva accanto due bottiglie di superalcolici e con tutta probabilità è stato proprio l’abuso di alcol ad ucciderlo. E così può accadere che un ragazzo muoia perché dopo aver perso il permesso di soggiorno la depressione inizia ad accompagnare il fallimento del progetto per cui era partito due anni prima dall’India. Ranbir aveva anche un decreto d’espulsione a suo caricoma soprattutto non poteva entrare nei dormitori e nelle strutture d’accoglienza perché non aveva i documenti ed era costretto a vivere in strada. Un invisibile che aveva bisogno solo di essere accolto, come racconta chi lo ha conosciuto da vicino quando è sbarcato in città scendendo da un Eurostar. Gli operatori del serviziomobile di Piazza Grande, associazione che si occupa dei senza fissa dimora, lo avevano intercettato alcuni mesi fa. E’ Alessandro Tortelli a raccontare che «era arrivato a Bologna per caso, solo perché era stato fatto scendere dal treno qui dal controllore che l’aveva trovato senza biglietto ». Ranbir era arrivato dopo che la famiglia aveva pagato qualche migliaio di euro per farlo partire, aveva lavorato da uno zio che gli aveva procurato il permesso di soggiorno. Ma quando lo zio non l’aveva più potuto mantenere i rapporti si erano rotti e Ranbir aveva iniziato a viaggiare, a fare qualche lavoroma aveva perso i documenti ed era diventato alcolizzato. «Ultimamente però era accaduto che lui ci avesse chiesto aiuto – prosegue Tortelli – e allora ci eravamomossimaserviva più tempo anche per riavviare le pratiche per un nuovo permesso. Sarebbe stato difficilema il tentativo andava fatto». «Purtroppo siamo arrivati tardi – conclude l’operatore – bisogna riflettere su quali diritti riconosciamo alle persone in quanto esseri umani». Per Ranbir l’associazione Piazza Grande ha fatto un invito alla cittadinanza. Portare un fiore domani pomeriggio alle 15 nel luogo dove è morto. Alle 18.30 un concerto per i senza tetto che era stato già organizzato in precedenza sarà dedicato alla suamemoria. E sarà importante vedere quanti fiori ci saranno su quella panchina, quanta parte di città si è accorta di quello che è accaduto nella notte di Pasqua.
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