Presentato al Senato un ddl costituzionale per l’abolizione della norma transitoria e finale che vieta la “riorganizzazione del disciolto partito fascista”. Pd: “Grave e offensivo per la storia del Paese”. Idv: “Hanno gettato la maschera”. Il presidente del Senato auspica che il progetto venga ritirato. Protesta la comunità ebraica. I firmatari: “E’ un adeguamento dell’ordinamento”
Presentato al Senato un ddl costituzionale per l’abolizione della norma transitoria e finale che vieta la “riorganizzazione del disciolto partito fascista”. Pd: “Grave e offensivo per la storia del Paese”. Idv: “Hanno gettato la maschera”. Il presidente del Senato auspica che il progetto venga ritirato. Protesta la comunità ebraica. I firmatari: “E’ un adeguamento dell’ordinamento”
ROMA – Un disegno di legge costituzionale che abolisce la XII norma transitoria e finale della Costituzione, quella che vieta “sotto qualsiasi forma, la riorganizzazione del disciolto partito fascista”. Lo ha presentato al Senato, lo scorso 29 marzo, il senatore del Pdl Cristano De Eccher (Pdl), cofirmatari i senatori del Pdl Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin, Achille Totaro e il senatore Fli Egidio Digilio, che dopo un colloquio con il vicepresidente del suo gruppo Italo Bocchino ha deciso di ritirare la firma. Sulla base di quella norma costituzionale nel 1952 venne introdotto nella cosiddetta legge Scelba il reato di apologia del fascismo.
Il disegno di legge lascia “esterrefatto” anche Renato Schifani. Da ambienti vicini alla presidenza del Senato si è appreso oggi che è rimasto sorpreso dalla notizia della presentazione del ddl costituzionale che, qualora diventasse legge dello Stato, non porrebbe più divieti alla “riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”. Il presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, pur nel rispetto delle loro prerogative costituzionali, auspicherebbe che i firmatari della proposta possano rivedere la loro iniziativa.
Durissima la reazione del Partito democratico. “Trovo molto grave e offensivo per la storia del Paese e della Repubblica e per la nostra democrazia che il Pdl voglia abolire, attraverso un disegno di legge, il reato di apologia del fascismo”, commenta Anna Finocchiaro.La presidente del gruppo al Senato aggiunge che “sarebbe l’ennesimo piccolo gesto mirato, sistematico ma molto significativo, che il Pdl sta usando per distruggere i pilastri della nostra Costituzione. Chiediamo che questo atto venga subito ritirato”.
Toni aspri anche in una nota del portavoce dell’Italia dei valori Leoluca Orlando: “Fascisti, avete gettato la maschera! Il Pdl sarà costretto a ritirare questa indegna proposta di legge, ma avrà mandato un segnale inquietante ed eversivo agli squadristi che lo sostengono. Ormai è allarme rosso per la democrazia”. E ancora: “Dopo le leggi ad personam, dopo la nomina di un ministro indagato per mafia, dopo il disprezzo verso le autorità di controllo, la magistratura e la Costituzione, questa maggioranza dimostra di aver perso i freni inibitori e con questo ddl conferma quanto sia corrotta e pericolosa per la tenuta democratica delle istituzioni”.
Per il portavoce nazionale dell’Udc Antonio De Poli “è una proposta di legge vergognosa. Chiediamo al vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliarello di prendere immediatamente le distanze dal disegno di legge. E’ un atto grave, irrispettoso nei confronti della storia del nostro Paese. La Carta Costituzionale non si tocca, dobbiamo difenderla strenuamente”.
Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, parla di disegno di legge “inquietante” e “scellerato”. “Penso che oggi – afferma – in un momento in cui l’Italia sta festeggiando l’unità, sia inquietante il tentativo di voler modificare la costituzione, cominciando da uno dei suoi cardini. Una costituzione che nasce sulle ceneri del fascismo, ma anche delle leggi razziste e della Shoah”. Una norma, fa notare Pacifici, che è già fin troppo libera: “Lo dimostra il fatto che in questi anni, sotto forme e simboli contigui, si riesca ad aggirare quell’ostacolo. Non è un mistero che abbiano partecipato alle elezioni politiche, gruppi e partiti politici ispirati alle ideologie di stampo fascista”. Per questo, l’esponente della comunità ebraica, auspica che “il reato di apologia di fascismo venga reso ancora più duro”.
Per il governo parla il ministro per l’Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi: “Non c’è nessuna volontà né del governo né del Pdl di promuovere l’abolizione del reato di apologia del fascismo. Il Pd eviti polemiche strumentali che diano anche solo la sensazione che le forze politiche si dividano anche sull’antifascismo, che è valore fondante della nostra democrazia”.
De Eccher invece non commenta, anzi non parla proprio con i giornalisti “per principio”. Il primo firmatario del disegno di legge, discendente di nobile famiglia trentina legata al Sacro Romano Impero e responsabile da giovane a Trento del gruppo di Avanguardia Nazionale, fu indagato da Gerardo D’Ambrosio per la strage di piazza Fontana. Mentre lascia la commissione Istruzione del Senato gli viene chesto se intende accogliere l’invito di Schifani a ritirarlo, si limita a rispondere: “Siccome non l’ho ricevuto in forma diretta…” e se ne va.
In seguito arriva una nota in cui i firmatari del disegno di legge difendono la loro iniziativa: “Nessuna battaglia ideologica” ma invece la volontà di rendere coerente l’ordinamento che ha abolito i reati di opinione, ponendo fine a una norma costituzionale che il legislatore costituente stesso ha previsto come ‘divieto temporaneo’. “Nessuno di noi – scrivono – ha mai pensato di avviare una battaglia di tipo ideologico fuori dal tempo e dalla storia. Il nostro ddl, infatti, si prefigge di intervenire su una norma transitoria che per sua stessa natura era quindi destinata, secondo la volontà dei padri costituenti, a valere per un tempo limitato. L’intendimento è semplicemente quello di intervenire su reati di opinione, tra l’altro non più attuali, in conformità a quanto già proposto da tanti parlamentari liberali e antifascisti in tempi nei quali le passioni ideologiche erano assai più vive di oggi”.
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