È un pessimo segno per i giovani, ma anche per il governo dato che molti di loro si recheranno presto alle urne in molte amministrative importanti.
È un pessimo segno per i giovani, ma anche per il governo dato che molti di loro si recheranno presto alle urne in molte amministrative importanti.
In Italia la disoccupazione giovanile continua a salire tremendamente: in marzo, il tasso che riguarda ragazzi e ragazze tra i 15 e i 24 anni è aumentato al 28,6%, salendo di 0,3 punti percentuali su base mensile e di 1,3 punti su base annua. Lo ha comunicato l’Istat in base a dati destagionalizzati e a stime provvisorie, aggiungendo che la risalita arriva dopo la riduzione registrata a febbraio. Mentre il tasso generale nello stesso periodo è cresciuto di nuovo, fermandosi all’ 8,3%, un decimo di punto percentuale in più rispetto a febbraio, quando segnò una lieve flessione, ma in ribasso su base annua. Altro cattivo segnale per tutti e per chi non ha lavoro ancora di più, in aprile l’inflazione ha continua a salire. Secondo l’istituto di statistica l’indice dei prezzi è salito al 2,6%, dal 2,5% di marzo con un aumento dei prezzi su base mensile dello 0,5%. Il tasso annuo è il più alto da novembre 2008, quando l’inflazione si attestò al 2,7%, quello congiunturale è il maggiore dal luglio 2008. L’accelerazione di aprile risente delle tensioni sui prezzi dei servizi relativi ai trasporti e della dinamica dei beni energetici non regolamentati (adeguamento delle tariffe elettricità e gas). È da dicembre 2010 che prosegue la crescita tendenziale dell’inflazione. Il tasso sale anche nell’eurozona e, secondo Eurostat, nei 17 paesi dell’area euro il tasso annuale cresce del 2,8%, in aumento rispetto al 2,7% di marzo. In un paese privo di una politica industriale e paralizzato da scontri interni alla maggioranza di governo che nulla hanno a che vedere con politiche di crescita, la Cgil va giù piatta. «Una disoccupazione sopra l’8% si conferma come un dato strutturale che fra l’altro continua a peggiorare nella sua qualità. La crisi continua in maniera grave e pervasiva mentre la ripresa stenta e si conferma fallimentare l’azione del governo», ha detto Fulvio Fammoni, segretario confederale del sindacato. «In questa situazione – continua – il conto più salato lo stanno pagando i giovani: la disoccupazione è costantemente fra il 28 e il 30% e la nuova occupazione è unicamente fatta di lavoro precario che ormai riguarda l’80% delle nuove assunzioni. Per loro nessun atto concreto se non l’accusa di non accettare qualsiasi lavoro e di studiare per troppo tempo». Sulla stessa linea si attesta il Pd. «Il dramma dei giovani, quasi 30 su 100 senza lavoro, non entra neanche nell’agenda dei ministeri – diceMichele Ventura – e restano soltanto annunci il piano nazionale per l’occupabilità o le spese deliberate per la promozione di apprendistato o a sostegno dell’occupazione dei lavoratori svantaggiati, dei disoccupati di lungo periodo. Il ministro Sacconi che programma una festa del futuro per il 25 maggio è lo stesso che accusa i giovani di atteggiarsi a vittime. Ma quel dato del 28,6% di disoccupazione associato all’impressionante numero degli scoraggiati che neanche cercano più lavoro, dovrebbe stare a ricordargli il fallimento di tutte le sue politiche». Il presidente del gruppo del Pd del Senato, Anna Finocchiaro, sottolinea la «situazione di grave stagnazione » del paese, con il governo che «non sta facendo nulla per risolvere. Il fatto certamente più allarmante, oltre alla crescita dell’inflazione, è la disoccupazione giovanile, che continua ad aumentare e che dovrebbe costituire la preoccupazione prioritaria di un esecutivo che invece se ne disinteressa». L’esponente del Pd ricorda quindi le parole di giovedì del governatore di Bankitalia, Mario Draghi: «Per rilanciare l’economia italiana sarebbero necessari interventi per sostenere l’occupazione giovanile e femminile e per dotare il Paese di infrastrutture non più rinviabili».
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