Santa Maria Capua Vetere. L'ex caserma diventa un Centro di detenzione ed espulsione

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Estromessa la Caritas, migranti reclusi senza diritti

Santa Maria Capua Vetere. L’ex caserma diventa un Centro di detenzione ed espulsione

Santa Maria Capua Vetere. L’ex caserma diventa un Centro di detenzione ed espulsione

Alla fine il governo ha istituito un Cie anche in Campania. La tendopoli allestita nell’ex caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere da ieri è un Centro di identificazione ed espulsione, il primo in regione. La gestione passa dalla Caritas alla Protezione civile, ma resta è il divieto di ingresso agli avvocati. Partita la prima ondata dimille migranti, ne sono arrivati altri 210: sei giorni sequestrati sulla nave Excelsior e altri 4 reclusi nel casertano, sotto il sole battente fino alle 18, con la minaccia di essere rispediti in Tunisia. La tensione è alta e le forze dell’ordine giovedì hanno rimesso mano ai lacrimogeni, caroselli di camionette tra le tende, un ragazzo investito dalla polizia finisce in ospedale. I tentativi di fuga si ripetono, meglio rompersi una gamba saltando dal muro di cinta che il rimpatrio. Tre sono scappati ieri, uno aveva un leggero trauma cranico. Persino dalla Caritas, che pure la settimana scorsa ripeteva «va tutto bene», arrivano le prime contestazioni, dopo l’estromissione: «I fatti testimoniano una gestione confusa, discutibile e non pienamente rispettosa della dignità delle persone coinvolte». Scontente anche le forze dell’ordine: «Grave e pericolosa la trasformazione della tendopoli di S. Maria Capua Vetere in un Cie – dichiara il segretario generale del Silp-Cgil, Claudio Giardullo – . La struttura non garantisce condizioni di sicurezza per gli operatori di polizia e per gli stessi migranti. L’esecutivo faccia sapere se intende scaricare i costi organizzativi e finanziari dell’emergenza immigrazione esclusivamente sulla polizia». Ci sono voluti 4 parlamentari Pd per scortare dentro gli avvocati, entrati con AnnaMaria Carloni giovedì, Stefano Graziano, Andrea Cozzolino e Pina Picierno ieri. Così i legali hanno potuto raccogliere le istanze per ottenere la protezione umanitaria temporanea, visto che dal 5 aprile a oggi niente è cambiato in Nord Africa, o l’asilo internazionale ed eventuali denunce contro le cariche della polizia. Martedì prossimo depositeranno in procura un esposto contro quello che considerano una detenzione illegale, senza decreto di espulsione né procedura di convalida. Solo rinchiusi nella totale assenza di diritti. In 18 sono già stati trasferiti in altri Cie. Al lavoro dei legali si affianca quello delle associazioni antirazziste: nuovo presidio il 27 mattina davanti l’Andolfato; mercoledì incontro all’Ex Canapificio per costruire una manifestazione regionale.

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