Danneggiamenti alle sedi Unicredit e al Cie: in carcere cinque attivisti

BOLOGNA – Questa volta la Procura ha decisodi «volare basso» come spiega un inquirente. Non più l’associazione sovversiva con finalità  di terrorismo, il famigerato 270 bis del codicepenale, ma l’associazione a delinquere aggravata dalla finalità  eversiva.

BOLOGNA – Questa volta la Procura ha decisodi «volare basso» come spiega un inquirente. Non più l’associazione sovversiva con finalità  di terrorismo, il famigerato 270 bis del codicepenale, ma l’associazione a delinquere aggravata dalla finalità  eversiva.

È l’ipotesi di reato con cui sono finiti in carcerecinque attivisti che gravitavano sulcircolo Fuoriluogo in pieno centro aBologna. Altre sette persone sono stateraggiunte da altre misure cautelari comel’obbligo di dimora o il divieto di dimoraa Bologna. Gli indagati sono intutto ventisette e in tutta Italia quelladi ieri è stata un’alba di perquisizioni,dal Trentino a Lecce, da Milano a Napoli,Ferrara, Roma e altre città. Tuttepersone che secondo la Digos di Bolognae l’Ucigos hanno a che fare conl’area anarco insurrezionalista italiana.Ma non ci sono collegamenti con i fattidi pochi giorni fa e il pacco bomba recapitatoalla Folgore che ha provocatogravi ferite ad un parà.L’impostazione più «pratica» dellaProcura bolognese dovrà ora passareal vaglio dei giudici, primi su tutti quellidel tribunale della Libertà cui i legalidegli arrestati presumibilmente si rivolgeranno.Un’indagine nata nel 2009 duranteun periodo di vivacità di azionidirette in città: danneggiamenti a sediUnicredit e alla Concerta, la ditta chefornisce pasti al Cie, un blitz incendiariocon pneumatici dati a fuoco in concomitanzacon la riunione del G8 dell’universitàe dopo alcuni arresti, finoad episodi più recenti come l’imbrattamentodella facciata di una sede dellaCroce Rossa.Tra le 12 persone c’è un ragazzo di23 anni, Francesco Magnani, che puravendo ricevuto l’obbligo di dimora èandato in carcere perchè il pm ha dispostoa suo carico un fermo per un attentatoincendiario ad un Eni store aBologna: alcune taniche di benzinache sono state fatte scoppiare in pienanotte. Ad incastrarlo una telefonata definitatroppo «esplicita» dalla Digos. Lepersone arrestate sono molto note inarea anarchica: quelle finite in carceresono Stefania Carolei, Roman Nicusor,Anna Maria Pistolesi, Martino Trevisane Robert Ferro. Ma da questa ricostruzionerimangono fuori le azioni chehanno fatto più rumore che per gli investigatorierano comunque riconducibilialla stessa area: sono le bombe cartascoppiate in piena notte nel maggio2007 davanti a due agenzie interinali.Da ieri il Fuoriluogo è sotto sequestropenale per dare modo alla Poliziadi setacciarlo con più calma. In questianni da quando è stato aperto nel2007 è diventato progressivamente ilpunto di riferimento di un’area anarchicanazionale. Le campagne contro iCie, contro Unicredit, le campagne anticarcerariee l’ultima contro l’Eni peril suo ruolo in Libia e nella partita delnucleare. Tutto è questo è passato daun posto in cui l’affitto era pagato regolarmenteal proprietario. La Poliziaha ascoltato per anni le conversazionitra i militanti grazie alla «cimice» chesi trovava nella fotocopiatrice. La «cimice» si era trasferita assieme alla fotocopiatricevisto che era un regalo aicompagni bolognesi da parte di quellitoscani.

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