Carlo è morto. E anche la giustizia

Carlo Saturno, 22 anni, è morto dopo essere stato in coma una settimana. Carlo Saturno è morto senza avere avuto una, che sia una, chance di giustizia.

Carlo Saturno, 22 anni, è morto dopo essere stato in coma una settimana. Carlo Saturno è morto senza avere avuto una, che sia una, chance di giustizia.

Arrestato quando era giovanissimo è andato a finire nel carcere minorile di Lecce. Qui, quella che poteva apparire una classica “squadretta” di agenti, ma che ora sempre più assomiglia a uno squadrone della morte, usava torturare i ragazzi. Lui, a differenza di chi in quel contesto indossava la divisa e usava la violenza, alle istituzioni ci aveva creduto. E ci ha continuato a credere sino alla morte. Le istituzioni, la giustizia lo hanno invece miserevolmente abbandonato e ucciso. Insieme ad altri suoi amici detenuti, anche loro torturati, e a un gruppo di operatori coraggiosi aveva denunciato tutti i componenti dello squadrone. E forse sta qui la causa della sua morte. Il pm gli crede, il gip gli crede. Lui diventa maggiorenne. Va a finire nel carcere di Bari. Quello per i grandi. Continua a credere nelle istituzioni e nella giustizia.

Per le torture subite a Lecce si costituisce parte civile. Nel frattempo sono tutti tornati in servizio i poliziotti componenti dello squadrone. C’è il rinvio a giudizio di nove agenti di polizia penitenziaria.

Il processo a Lecce prosegue lento, inesorabilmente lento.

Quanto raccontato finora è depositato agli atti giudiziari. Non è invece chiaro cosa sia accaduto nelle ultime due settimane. Pare che Carlo Saturno avesse subito pressioni da alcuni poliziotti, non si sa se verbali o fisiche. Pare che fosse impaurito e che avesse chiesto di essere trasferito. Pare che fosse depresso e nonostante questo pare che fosse stato messo in isolamento.

Pare che i segni del lenzuolo al collo, con il quale si sarebbe impiccato, non fossero tali da giustificare la morte per asfissia.

Mentre Carlo Saturno, ricoverato al Policlinico di Bari, era in fin di vita si è tenuta l’ultima udienza leccese ove lui era parte lesa per le torture subite. Quella udienza è l’ultima non perché il processo è giunto a verità ma perché la prossima udienza è stata fissata oltre i tempi di prescrizione. Tutti assolti e tutti liberi, i presunti torturatori. Morta, nel frattempo, in circostanze dubbie, la parte lesa, anzi torturata.

Un fatto di una gravità estrema, che mette in discussione la legalità, lede la dignità della persona, viola l’habeas corpus, incrina lo Stato di diritto. Il dibattito politico intorno a processi e prescrizioni brevi non tiene conto che la realtà dei tribunali è un’altra: a chi è etichettato come soggetto marginale è negata ogni chance di giustizia.

A Bari ci sarà adesso l’inchiesta penale per accertare le cause della morte di Carlo Saturno. Dovrà verificare se è morto suicida o se è stato ammazzato. Nel primo caso l’inchiesta dovrà accertare se ha subito violenze fisiche e psichiche che lo abbiano indotto ad ammazzarsi. Nel secondo caso ci troveremmo di fronte a una vicenda criminale che vede pezzi delle istituzioni responsabili per omicidio. L’autopsia sarà pertanto decisiva.Speriamo che i medici legali chiariscano senza reticenze quanto accaduto.

Dai giudici baresi ci aspettiamo che diano prova di forza e indipendenza facendo una inchiesta rapida che risponda alla domanda delle domande: la morte per proprie (o altrui) mani di Carlo Saturno ha un legame con il suo stare in processo contro lo squadrone di poliziotti penitenziari che lo avevano seviziato? Non di minor rilievo è il compito dell’inchiesta amministrativa che dovrà accertare le responsabilità di chi non ha protetto la vita di Carlo Saturno o ancor peggio ne ha favorito la morte.

In questo articolo ho volutamente usato la parola tortura, pur non essendo quest’ultima un crimine per la legge italiana. Se il legislatore avesse seguito le indicazioni delle Nazioni Unite il delitto di tortura avrebbe dovuto essere codificato sin dal lontano 1987 e avrebbe dovuto prevederne l’imprescrittibilità. Se così fosse avvenuto il processo leccese sarebbe oggi ancora in vita.

Invece sia il processo che Carlo Saturno sono tragicamente morti.

* presidente di Antigone

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