Questo è il testo del documento pubblicato poco fa da Haitam al-Maleh, il decano dei prigionieri politici siriani. Avvocato ottantenne, è il più noto attivista siriano per il rispetto dei diritti umani.
Questo è il testo del documento pubblicato poco fa da Haitam al-Maleh, il decano dei prigionieri politici siriani. Avvocato ottantenne, è il più noto attivista siriano per il rispetto dei diritti umani.
Arrestato per la prima volta negli anni ’50, ha successivamente trascorso sette anni in prigione dal 1980 al 1986. E’ stato nuovamente arrestato nel 2009 e rilasciato pochi giorni fa, per “clemenza presidenziale”, in occasione del suo ottantesimo compleanno; aveva criticato il regime in un’intervista. Ha vinto il prestigioso premio Guezen per « il coraggio dimostrato neil’impegno in favore dei diritti umani ».
Ho sentito le dichiarazioni rese oggi dalla consigliera del presidente, la signora Shaaban e devo dire che al di là di un ridicolo aumento degli stipendi il comunicato del govenro che lei ha letto contienne solo vaghe promesse.
Dopo 50 anni di dittatura e totalitarismo è il momento di prendere decisioni vere. Invece la signora Shaaban non ha parlato di abolire la legge 49 del 1980, che contraddice tanto la Costituzione quanto il Codice Penale e che è stata varata proprio per coprire i massacri. Nè abbiamo sentito impegni sulla cancellazione dell’articolo 16 del decreto 14 del 1969, che garantisce piena impunità agli agenti della Sicurezza della Stato per qualsiasi crimine commettano.
Nel discorso della signora Shaaban non c’è alcun riferimento ai casi di coloro che sono scomparsi dai tempi dei tragici eventi di Hama, Aleppo e Palmira negli anni Ottanta (il massacro degli oppositori ordinato da Assad padre,ndr), nessun riferimento al problema delle proprietà confiscate, nessun riferimento al dramma dei siriani esiliati, ai quali è proibito rientrare in patria.
E’ il presidente che deve parlarne chiaramente, in televisione, a tutto il popolo. E’ lui che deve impegnarsi a cancellare lo stato d’emergenza, e a proporre al Parlamento in tempi brevissimi riforme costituzionali, abolendo l’articolo VIII (è l’articolo relativo al monopolio del potere del partito degli Assad).
La situazione impone a tutti noi, sia chi è al potere sia chi è all’opposizione, di non ricorrere alle provocazioni, di non incitare all’odio etnico o religioso,. Ecco perché prego tutti di comportarsi in modo conseguente.
E’ un momento decisivo ; la situazione potrebbe calmarsi o degenerare. Per questo il governo ha il dovere di interventi tali da restaurare la sua credibilità davanti ai cittadini.
Questo il testo di Haitam al-Maleh. Ora, se volete guardate questo filmato, nel quale si vede un festoso corteo di oppositori del regime sfilare cantando: “forza, stiamo vincendo!”
Guardando quest’altro video invece possiamo farci un’idea dell’affetto popolare nei confronti del regime
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