Scarcerato l'11 marzo dal Tribunale del riesame di Roma, oggi torna dietro le sbarre uno degli aguzzini della dittatura cilena, processato in Italia per aver ucciso un ex sacerdote di origine italiana

E' tornato in carcere Alfonso Michaud Podlech, accusato dalla Procura di Roma di aver partecipato nel 1973, come giudice militare in Cile negli anni della dittatura Pinochet, alla repressione dei desaparecidos.

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Podlech torna in carcere

Scarcerato l’11 marzo dal Tribunale del riesame di Roma, oggi torna dietro le sbarre uno degli aguzzini della dittatura cilena, processato in Italia per aver ucciso un ex sacerdote di origine italiana

E’ tornato in carcere Alfonso Michaud Podlech, accusato dalla Procura di Roma di aver partecipato nel 1973, come giudice militare in Cile negli anni della dittatura Pinochet, alla repressione dei desaparecidos.

Scarcerato l’11 marzo dal Tribunale del riesame di Roma, oggi torna dietro le sbarre uno degli aguzzini della dittatura cilena, processato in Italia per aver ucciso un ex sacerdote di origine italiana

E’ tornato in carcere Alfonso Michaud Podlech, accusato dalla Procura di Roma di aver partecipato nel 1973, come giudice militare in Cile negli anni della dittatura Pinochet, alla repressione dei desaparecidos.

Secondo i giudici il pericolo di fuga che ha riportato il militare cileno dietro le sbarre è dimostrato dal fatto che l’imputato, scarcerato l’11 febbraio scorso dal tribunale del Riesame, ha acquistato una valigia tipo trolley, una scheda telefonica poi intestata a una persona già titolare di altre tre utenze, ha incontrato due uomini che lo hanno salutato militarmente e ha manifestato l’intenzione di lasciare l’albergo dove alloggia da quando è stato scarcerato. Podlech è Coinvolto nell’inchiesta sul «piano Condor» e accusato della morte dell’italo-cileno Omar Venturelli, Podlech era stato arrestato a Madrid nell’agosto del 2009.

Il Tribunale del Riesame di Roma lo aveva scarcerato a un mese da quella che si annuncia come la storica sentenza contro uno degli aguzzini della dittatura cilena, proprio in virtù del fatto che non sussistesse pericolo di fuga. L’ ex procuratore militare di Temuco, Alfonso Podlech, era uno dei Condor di Pinochet, processato in Italia per aver torturato e fatto sparire l’ex sacerdote di origine italiana Omar Venturelli, ma responsabile della desaparecion di centinaia di cileni.

Omar Venturelli era un prete, ma venne sospeso a divinis per aver partecipato all’occupazione delle terre da parte degli indios Mapuche. Perso l’abito talare iniziò a insegnare pedagogia all’università cattolica di Temuco. Nei giorni successivi al golpe dell’11 settembre del ’73 le radio annunciarono i nomi delle persone che dovevano consegnarsi alle autorità militari. Suo padre lo accompagnò in caserma ubbidendo alle richieste dei militari, sicuro che la situazione di suo figlio si sarebbe chiarita. Purtroppo Omar non uscì mai più dal carcere di Temuco. Oggi sappiamo soltanto degli interrogatori e delle torture alle quali fu sottoposto da parte di Alfonso Podlech, il procuratore militare. Venturelli scomparve dal carcere di Temuco il 4 ottobre.

La decisione del Riesame era dunque suonata paradossale non solo alla famiglia Venturelli, che da 38 anni aspetta questo momento. Lo sconcerto era di tutti i familiari delle vittime che da lontano seguono questo procedimento penale di fronte alla Prima Corte d’Assise di Roma. Costretti a sopportare l’impunità di cui gode quell’assassino in Cile, protetto, come tutti i complici del regime, dall’amnistia voluta dall’ex dittatore Augusto Pinochet.

Nonostante l’avvocato della difesa avesse inoltrato più volte la richiesta per ottenere gli arresti domiciliari in attesa di giudizio, infatti, nessuno aveva mai osato concederglieli. Fino a venerdì 11 marzo. Oggi la notizia del suo nuovo arresto. Il pensiero era volato immediatamente al precedente più illustre quello dell’ex maggiore Jorge Oliveira, aguzzino della dittatura argentina, fuggito a gambe levate non appena il tribunale italiano gli aveva concesso la libertà a poche settimane dalla sentenza. Accusato dell”omicidio di Marie Anne Erize, venne catturato anche lui con mandato di cattura internazionale, nel 2000, all’aeroporto di Fiumicino, poi venne liberato dal carcere di Regina Caeli e volò in Argentina all’istante.

Alcuni analisti e politici avevano legato  la liberazione di Podlech alla recente visita in Italia di Pinera, presidente destrorso del Cile. Tanto che politici e avvocati italiani avevano denunciato questa tesi pubblicamente. “Si tratta di una singolare coincidenza temporale con la recente visita di Stato del presidente del Cile in Italia”, denunciava il Partito Democratico italiano. La coincidenza con la visita avvenuta nei primi giorni di marzo emerge però, visto che in questa occasione il presidente ha espresso parole di stima per Podlech”,secondo l’avvocato della famiglia Venturelli, Marcello Gentili. Il quale ha precisato come l’ex vescovo di Temuco, Bernardino Piñera, 93 anni, zio del capo di Stato cileno, testimoniò lo scorso anno a favore di Podlech. “Il Governo del Cile non è intervenuto in alcun modo, tramite nessuna autorità, in questo processo. La difesa di Podlech è stata condotta sempre e unicamente secondo regole strettamente professionali e all’interno dell’ambito giuridico penale italiano“, aveva ribattuto l’avvocato dell’ex procuratore di Pinochet, Luis Valentín Ferrada. Aggiungendo che “Non c’è e non ci può essere nessuna sospetta relazione fra la recente visita del presidente Piñera in Italia e la liberazione di Podlech”.

 

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