Piaggio: sì, ma dopo contrasti

Sull’esito non hanno influito gli impiegati. I contestatori: noi lottiamo

Sull’esito non hanno influito gli impiegati. I contestatori: noi lottiamo

PONTEDERA (PISA) – I risultati del referendum alla Piaggio di Pontedera sulla mobilità volontaria con incentivi di 300 operai e 100 impiegati, destinati alla pensione e sostituiti soltanto da 131 operai a tempo pieno e altri 131 con part time «verticale», raccontano che è andato al voto soltanto il 46% dei circa 2.500 addetti della storica fabbrica di motocicli, e che il «sì» ha raggiiunto il 61%. Al tempo stesso la scarsa partecipazione degli impiegati – solo 160 su 900 sono andati alle urne, messe in piedi al solito dalla Fiom Cgil in solitaria – fa capire che l’ok all’intesa è arrivato dai circa 1.600 operai del più grande stabilimento industriale del centro Italia. Operai che sono andati al voto in buon numero, circa un migliaio, approvando seppur di stretta misura una intesa che peraltro Fim, Uilm e Ugl avevano già sottoscritto. Senza bisogno di chiedere ufficialmente ai diretti interessati che cosa ne pensassero. Dal presidente regionale Enrico Rossi, ex sindaco di Pontedera, e dal segretario generale toscano della Cgil, Alessio Gramolati, sono arrivati commenti positivi all’intesa raggiunta in Piaggio. Un’intesa che porta in dote anche più di 40 milioni di euro per gli impianti di produzione, e per nuovi motori e modelli. Al tempo stesso Rossi non ha mancato di segnalare: «E’ stata una consultazione estremamente delicata, che ha visto contrapporsi due fronti anche all’interno della stessa Fiom». Una divisione che naturalmente ha «fatto notizia». E che ha finito per mettere in secondo piano i motivi, concreti, che hanno portato nove delegati Fiom su 14 a pronunciarsi contro l’accordo. Perfino a costo di mettere in dubbio lo stesso strumento referendario, che soltanto la Fiom utilizza nelle fabbriche senza mai un’incertezza. Se il referendum è in archivio, non lo sono i motivi della vistosa protesta dei contestatori Fiom. Non per caso il segretario pisano dei metalmeccanici Marcello Franchi guarda avanti e spiega: «La spaccatura c’è stata, ma tutta la Rsu ha riconosciuto l’esito della votazione. Ora dobbiamo lavorare insieme, per dare ai lavoratori le risposte che chiedono sui carichi e sui tempi di lavoro. Sono problemi veri, su cui dobbiamo essere uniti per ottenere risposte adeguate». Che i problemi siano veri, è dimostrato dal fatto che quasi 500 tute blu si sono pronunciate contro l’accordo, ritenendo che prima di qualsiasi impegno sulle mobilità si dovesse dare risposta alle complessive condizioni di lavoro in fabbrica, e ai ritmi produttivi contestati, da anni, come eccessivi. «Avevamo contro tutte le strutture, provinciale regionale e nazionale – segnala la ‘contestatrice’ Angela Recce – e comunque abbiamo ottenuto un buon risultato, di cui il nostro sindacato dovrà per forza tenere conto». Ancor più deciso Massimo Cappellini, anche lui della Rsu Fiom e fra i principali animatori della contestazione all’accordo sulla mobilità volontaria: «Noi continueremo a mettere in pratica gli scioperi della flessibilità e dello straordinario, così come da mandato ricevuto nei giorni scorsi in un’affollata assemblea». Cappellini non è per niente convinto del fatto che si possa ricucire la divisione interna alla Fiom dentro la Piaggio. Toccherà al sindacato smentirlo, affrontando come anticipato da Francesca Re David tutti i problemi legati ai carichi di lavoro e ai ritmi produttivi in azienda. Una rivendicazione che viene da lontano nel tempo, e che continua a essere al centro dell’attenzione nei reparti produttivi Piaggio come le officine meccaniche.

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