Migranti e napoletani in corteo per Nourredine Adnane, Raul, Fernando, Patrizia e Sabatino «vittime del razzismo e della discriminazione», cioè per il ragazzo marocchino che si è dato fuoco a Palermo e per i fratelli rom morti carbonizzati nell’ennesimo rogo di baracca a Roma. In quattromila hanno sfilato dalla Stazione centrale a piazza del Plebiscito, dove il prefetto ha pensato bene di non farsi trovare.
Migranti e napoletani in corteo per Nourredine Adnane, Raul, Fernando, Patrizia e Sabatino «vittime del razzismo e della discriminazione», cioè per il ragazzo marocchino che si è dato fuoco a Palermo e per i fratelli rom morti carbonizzati nell’ennesimo rogo di baracca a Roma. In quattromila hanno sfilato dalla Stazione centrale a piazza del Plebiscito, dove il prefetto ha pensato bene di non farsi trovare. L’incontro forse entro domani per rispondere a richieste sempre meno eludibili: circa settemila permessi di soggiorno in provincia di Napoli, per la regolarizzazione di colf e badanti, ancora bloccati; la mancata applicazione della direttiva europea sui rimpatri, che vieta l’arresto e la prigione per i migranti che non hanno ottemperato all’ordine di espulsione, una pratica rimossa in molte città ma tuttora applicata a Napoli; la possibilità di avere sei mesi di proroga quando il datore di lavoro, convocato per la regolarizzazione, non si presenti potendo quindi agire in proprio, come riconosciuto da una sentenza del tribunale di Milano.
Sotto un cielo grigio per tutta la mattinata, gli striscioni delle Donne in nero, della Cgil Salerno, degli universitari «One earth, one heart» (una terra, un cuore), delle diverse comunità, in gran parte africani, bengalesi, maghrebini e pakistani, hanno animato il corteo. Soprattutto l’allegria dei ragazzi seguiti dalla cooperativa Dedalus. Si tratta di minori non accompagnati riuniti in case famiglia distribuite nei quartieri della città.
Dietro i ragazzi lo striscione «Tunisia, Egitto, Yemen, Libia. Il vento del Sud arriverà anche qui» ed è quello che sperano anche i napoletani. La questione che pesa di più è quella dei permessi di soggiorno: molti richiedenti asilo non ricevono l’assistenza legale gratuita, molti altri non hanno accesso alle informazioni. Così “Un giorno senza di noi” è cominciato con l’occupazione da parte di una trentina di attivisti del Laboratorio Insurgencia degli uffici dell’ispettorato del lavoro. L’azione è terminata con l’impegno ad affidare ai duecento ispettori materiale informativo in più lingue da distribuire alla rotonde, nei cantieri e nelle aziende, con cui informare i lavoratori, prima di chiedere i documenti, della possibilità di ricevere il permesso denunciando i propri sfruttatori. In serata gran finale con l’incontro di calcio AfroNapoli United vs Stella Rossa, la squadra dei migranti e dei napoletani contro quella degli universitari e dei centri sociali.
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