Lo strano caso dei cinque detenuti negli Usa

Continua la campagna internazionale per la liberazione dei cinque agenti cubani, condannati a pene lunghissime e detenuti negli Usa dopo un processo ingiusto.

Continua la campagna internazionale per la liberazione dei cinque agenti cubani, condannati a pene lunghissime e detenuti negli Usa dopo un processo ingiusto.

Per prevenire altri attentati contro Cuba – oltre 2.000 morti, un numero imprecisato di mutilati a vita e danni materiali ingenti – avevano infiltrato le organizzazioni anticastriste che operavano sul territorio statunitense con base a Miami e ottenuto importanti informazioni. Nel ’98, con la mediazione dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, il presidente Usa Bill Clinton acconsentì allo svolgimento di una riunione all’Avana cui parteciparono esponenti del Dipartimento di stato e dell’Fbi. Il governo cubano presentò allora le prove degli attentati organizzati a partire dal territorio Usa. Pochi mesi dopo, però, l’Fbi arrestò i cinque agenti. Era il settembre del 1998. Nel dicembre 2001 furono condannati a pesantissime pene detentive per spionaggio aggravato. Oggi sono ancora in carcere, nonostante i ripetuti appelli internazionali, in particolare a Barack Obama, perché conceda la grazia ai Cinque. Il Comitato italiano Giustizia per i Cinque invita a discuterne martedì 5 aprile alle 9.30, alla Sala Mercede della Camera dei deputati, a Roma: con Gianni Minà, Fabio Marcelli, Leoluca Orlando, Luciano Vasapollo, Vittorio Fanchiotti e il regista Alberto Dandolo, autore di un film sulle mogli dei Cinque.

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