Tra le case editrici non ne compare nessuna cattolica. "Non ci abbiamo pensato", dice Gian Arturo Ferrari. In compenso è presente il libro di Giovanni Paolo II  ">

L’Italia in 150 libri

Presentato il prossimo salone di Torino: un elenco che farà  discutere. Tra le case editrici non ne compare nessuna cattolica. “Non ci abbiamo pensato”, dice Gian Arturo Ferrari. In compenso è presente il libro di Giovanni Paolo II 

Presentato il prossimo salone di Torino: un elenco che farà  discutere. Tra le case editrici non ne compare nessuna cattolica. “Non ci abbiamo pensato”, dice Gian Arturo Ferrari. In compenso è presente il libro di Giovanni Paolo II 

È presente la novella Senso di Camillo Boito, ma non Da Quarto al Volturno di Giuseppe Cesare Abba, che Giosuè Carducci definì un “piccolo capolavoro”. C´è Così parlò Bellavista di Luciano De Crescenzo, però non un solo romanzo di Cesare Pavese, poi recuperato in compenso nell´elenco delle personalità. Non manca Fantozzi di Paolo Villaggio, mentre latita la trilogia di Vigevano di Lucio Mastronardi; e a La vita agra di Luciano Bianciardi, si è preferito Il lavoro culturale. Via libera giustamente, nell´editoria, a Hoepli, a Bemporad, a Vallecchi e a Sellerio. Nessuna menzione invece per Salani, Formiggini, Il Mulino, Bollati Boringhieri e, soprattutto, per la grande editoria cattolica. Omissioni, assenze, scelte a volte opinabili, magari dimenticanze, nello stendere la lista dei libri e degli autori che hanno fatto l´Italia. Tuttavia fanno parte del gioco. E, se non proprio pericoloso, sarà quantomeno bersaglio prevedibile di critiche quello in cui in cui si è cimentato il comitato scientifico della mostra “1861-2011 L´Italia dei libri”. È il fiore all´occhiello per il secolo e mezzo dell´unità nazionale della prossima edizione del Salone del Libro di Torino, in programma dal 12 al 16 maggio. 

Così ha scelto il drappello di studiosi guidato da Gian Arturo Ferrari, che assicura di non avere usato il manuale Cencelli della letteratura. In ogni caso l´esclusione degli editori cattolici, dalla Sei alle Paoline, lascia perplessi. L´ex manager della Mondadori ha replicato: «Non ci abbiamo pensato». Per spiegare che non si è scelto in termini ideologici e politici. A parziale consolazione tra i libri che contano compare Varcare la soglia della speranza di Giovanni Paolo II, che in verità era polacco. 
L´esposizione a forma di spirale, estesa per i circa 5 mila metri quadrati dell´Oval, già struttura olimpica, è stata presentata ieri alla Biblioteca Nazionale torinese. Attraverso 150 “grandi libri”, dal 1861 a oggi, 15 “superlibri”, 15 “personaggi” e 16 editori, che per varie ragioni hanno fatto epoca, si vuole raccontare come si è fatta l´Italia e forse molto meno gli italiani, come aveva capito in anticipo Massimo d´Azeglio (per fortuna è stato inserito nel listone il suo I miei ricordi). Si è puntato su “cultura e memoria condivisa” di una nazione sostanzialmente da sempre più disunita che unita, il che spiega le difficoltà incontrate da Ferrari e dagli altri componenti del comitato (tra questi Armida Batori, Alain Elkann, Ernesto Ferrero, Giorgio Ficara, Tullio Gregory, Lorenzo Mondo, Carlo Ossola, Rolando Picchioni, Marco Polillo) nell´includere e nell´escludere questa o quell´opera, un autore piuttosto che un altro. Per chi è stato dimenticato, in ogni caso, funzionerà un “pozzo degli esclusi”, destinato ad accogliere le preferenze dei visitatori. La conferenza stampa è stata infine l´occasione per annunciare la terna di vincitori del premio del Salone del Libro: si tratta di Javier Cercas, di Assia Djiebar e di Ian McEwan.

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