La guerra in Urss vista dagli scrittori

STORIA «E le loro madri piansero», un saggio di Frank Ellis

STORIA «E le loro madri piansero», un saggio di Frank Ellis

Sono trascorsi settant’anni dall’invasione nazista dell’Unione Sovietica e dall’inizio di quella che in Russia è chiamata la Grande guerra patriottica: Velikaja otecestvennaja vojna. La ricostruzione di quegli avvenimenti, gli antecedenti politico-militari come il patto Ribbentrop-Molotov, il ruolo di Stalin, le scelte militari e politiche, la partecipazione dei popoli dell’Urss alla guerra, il collaborazionismo, lo stesso svolgimento degli eventi bellici, in primis l’attacco germanico dell’estate ’41, l’impreparazione dell’esercito sovietico anche per gli effetti delle purghe staliniane, la lunga e decisiva battaglia di Stalingrado, sono ancora oggi al centro di un dibattito che nella Russia d’oggi – come nota Vittorio Strada nel saggio introduttivo al volume dello studioso anglosassone Frank Ellis E le loro madri piansero – diviene più pressante alla luce della campagna lanciata in Russia «contro le falsificazioni della storia lesive degli interessi dello Stato russo». 
Una riconsiderazione generale sulla Grande guerra patriottica, le sue tragedie e le sue pagine gloriose, passa anche attraverso una rivisitazione critica della letteratura sovietica e postsovietica di tematica bellica – un compito svolto con lucidità, competenza e onestà intellettuale da Frank Ellis.L’opera non è esaustiva, anche perché il suo autore si è trovato costretto a scegliere un percorso interpretativo in un mare magnum di testi letterari costruiti su prospettive ideologiche e formali assai diverse tra loro: tra i testi non analizzati, oltre all’ampia produzione letteraria in versi (in primo luogo l’opera di Aleksandr Tvardovskij), c’è per esempio il romanzoEssi combatterono per la patria di Michail Solochov che ispirò un celebre film di Bondarcuk interpretato, tra gli altri, dallo scrittore Vasilij Suksin.
L’itinerario scelto risulta tuttavia convincente e coinvolgente: si parte da opere non univoche, ma genuine, come Nelle trincee di Stalingrado (1946) di Viktor Nekrasov e Stella (1946) di Emmanuil Kazakevic, per poi concentrarsi su opere di particolare successo in Urss come i romanzi e i racconti di Grigorij Baklanov e Jurij Bondarev. E tra i meriti del libro di Ellis c’è il fatto di avere proposto ai lettori italiani l’opera dello scrittore bielorusso Vasil’ Bykov che traccia uno spaccato veritiero degli eventi e dello spirito della guerra partigiana (di lui in Italia si conosceva soloSotnikov e La cava in traduzioni degli anni ’70-’80 e più di recente La disfatta, 2000). Nel ricostruire la trama e i conflitti interpersonali e interiori dei personaggi di Bykov (come peraltro fa per tutte le opere trattate), Ellis traccia i lineamenti di un messaggio letterario e umano di forte impatto, lontano dalla ufficialità delle raffigurazioni di routine, nel quale vengono sviscerati i grandi temi dell’uomo in guerra: la lealtà, l’onore, il sacrificio, ma anche la paura, l’ostracismo, il tradimento, la collaborazione con il nemico, il rancore del contadino bielorusso nei confronti dell’espropriazione delle terre e della collettivizzazione (Il segno della mala sorte). 
Centrale e problematico nei testi di Bykov, come in gran parte delle opere analizzate da Ellis (dai romanzi di Grossman a quello di Astaf’ev, scritto già dopo il crollo dell’Urss) è il ruolo svolto dalla polizia segreta sovietica e dal servizio del controspionaggio SmerS («Morte alle spie»). Ellis inserisce uno specifico capitolo dedicato ai resoconti del Nkvd da Stalingrado, informazioni sulla censura di guerra e, in particolare, sul famigerato Ordine N. 270 voluto da Stalin e che prevedeva la fucilazione sul posto per i disertori e per i comandanti inetti.
Proprio alla luce di tutto ciò e, in concreto, dell’operare dell’Osobyj otdel (Sezione speciale) del Nkvd, Ellis si concentra su due opere di carattere celebrativo e di profonda devozione al mito staliniano: Guerra di Ivan Stadnjuk nel quale Stalin assurge alla icona del Salvatore e Nell’agosto 1944 di Vladimir Bogomolov (tradotto in italiano nel ’78) incentrato sulla figura di un osobist. Di ben altra portata ideale, oltre che artistica, sono i romanzi su Stalingrado presi in esame da Ellis. Con I giorni e le notti di Konstantin Simonov, Nelle trincee di Stalingrado di Nekrasov e, in particolare, con Per una giusta causa di Vasilij Grossman, si assiste «ai tentativi di una nazione di risollevarsi da una drammatica catastrofe che – per quanto i censori si adoperassero – non poteva essere cancellata». 
Una riflessione ancora più profonda sul patriottismo russo, oltre che una condanna senza appello del totalitarismo nelle due sue ipostasi, nazista e stalinista, Grossman la offrì poi in Vita e destino, un libro che come testimonianza artistica e ideale assurge a vero e proprio trattato sulla storia e sull’anima umana. Ellis nel rileggere le interpretazioni storiche fornite da Grossman del nazismo, della Shoah, del mondo russo nella sua complessità, del sistema sovietico, inserisce la trattazione letteraria della Grande guerra patriottica in un contesto ancora più ampio che è quello della riflessione sul XX secolo e sul ruolo concettuale e ideale della letteratura nel processo storico-conoscitivo. La lettura offerta di alcuni esempi di prosa bellica comparsi dopo il crollo dell’Urss (I dannati e i morti di Viktor Astaf’ev, Il generale e la sua armata di Georgij Vladimov e Testa o croce di Vladimir But) traccia un ulteriore vivido quadro, mostrando tutta la vitalità del tema e la varietà degli approcci anche in tempi recenti.Il libro di Astaf’ev, ad esempio, si evidenzia per il complesso intreccio di riferimenti filosofico-religiosi, il collegamento al mondo dei Vecchi Credenti, alle concezioni apocalittiche e millenaristiche del mondo patriarcale in un ricchissimo intarsio di citazioni bibliche e rimandi letterari. 
È un libro, quello di Ellis; che merita di essere letto per conoscere una tradizione letteraria da noi ahimè oggigiorno negletta, come testimoniano le poche traduzioni italiane ricordate nell’ampia bibliografia in chiusa del volume. Proprio da questa lettura potrebbe venire l’impulso per offrire ai lettori italiani qualche nuova traduzione, magari del bellissimo libro del siberiano Astaf’ev I dannati e i morti, che lo scrittore Evgenij Popov ha definito il miglior «romanzo sovietico di guerra ‘antisovietico’».

LIBRI: FRANK ELLIS, E LE LORO MADRI PIANSERO, MARIETTI , PP. 319, EURO 24

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password