Parla la scrittrice Azar Nafisi, l’autrice di “Leggere Lolita a Teheran” fuggita negli Usa. Ero sicura che la gente sarebbe scesa in piazza Il nostro 2009 ha influenzato l’Egitto, ora l’Iran impara dal Cairo
Parla la scrittrice Azar Nafisi, l’autrice di “Leggere Lolita a Teheran” fuggita negli Usa. Ero sicura che la gente sarebbe scesa in piazza Il nostro 2009 ha influenzato l’Egitto, ora l’Iran impara dal Cairo
«Spero che presto in Iran si potrà festeggiare come in Egitto. E credo sia possibile». Azar Nafisi, la scrittrice di Leggere Lolita a Teheran, fuggita dall´Iran, insegna alla Johns Hopkins University di Washington. «Ci sarà molta violenza – dice – ma io sono fiduciosa, il regime è in una pessima situazione». Signora Nafisi, si aspettava una giornata così? «Non ho mai pensato che quelle del 2009 fossero le ultime manifestazioni, ero sicura che sarebbero riprese. È il nostro 2009 che ha influenzato l´Egitto, ora l´Iran impara dal Cairo». Cosa spera da piazza Azadi a Teheran? «Molto. Purtroppo il regime userà tutte le armi possibili per fermarli, non hanno certo il problema dell´opinione degli americani, come Mubarak. Ma la società civile iraniana è forte. E poi, il regime aiuta formazioni come Hezbollah e Hamas, è amico dei peggiori Stati che ci siano: se crollasse, sarebbe un bene per tutti». Uno degli slogan che cantano i manifestanti è «No Gaza, No Libano: Tunisia, Egitto, Iran». «Questo è fantastico, è molto importante che dicano così. Si staccano dall´area di riferimento del regime, si mettono con il secolarismo. È lo slogan più significativo che ho sentito finora». Ci sono molti arresti, secondo l´opposizione, e almeno un morto. «So anch´io che li stanno assalendo in ogni modo, ma non credo che questa volta potrà funzionare. Come dice lo slogan, Egitto e Tunisia sono il segno che molte cose sono cambiate. Ora il mondo è vicino. Forse la violenza li farà tornare a casa per un poco, ma poi scenderanno di nuovo in piazza».
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