Poche decine di uomini delle forze dell'ordine gestiscono l'ordine pubblico  ">

Maroni: esodo biblico, Ue assente, Tunisia invia truppe

Poche decine di uomini delle forze dell’ordine gestiscono l’ordine pubblico 

Poche decine di uomini delle forze dell’ordine gestiscono l’ordine pubblico 

 Ne hanno portati via appena 60 ma, solo ieri, ne sono arrivati oltre 1500. Il mare, ancora per un paio di giorni, sarà buono, le ricognizioni dei velivoli sul Canale di Sicilia e le notizie portate da quanti sbarcano stremati danno una indicazione univoca, che il ministro dell´Interno Roberto Maroni riassume in due parole: «Esodo biblico». In serata la notizia che l´esercito tunisino presidia il porto di Zarzis, principale punto di partenza delle decine di imbarcazioni giunta a Lampedusa, attenua solo in parte l´allarme lanciato dal responsabile del Viminale. «Se in Tunisia non succede nulla, se il governo non riprende a governare, sarà difficile prevedere una fine e potrebbero arrivare in decine di migliaia. Le persone che scappano da un Paese allo sbando hanno diritto alla protezione internazionale e per questo non possiamo certo rimandarli indietro».

Lampedusa è ormai allo stremo, i centri di prima accoglienza sono prossimi alla saturazione e i ponti aerei e navali segnano già il passo. Per questo Maroni si è deciso ad accogliere la richiesta del prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, nominato commissario per l´emergenza, e ha ordinato la riapertura del centro di identificazione di Lampedusa, una struttura moderna e attrezzata, inaugurata solo due anni fa, capace di ospitare un migliaio di persone, assolutamente operativa ma che era rimasta chiusa, nonostante le proteste, su disposizione del ministro. Che ieri mattina è tornato sui suoi passi puntando pesantemente l´indice contro la Ue. «Siamo soli, l´Europa non sta facendo nulla. Il Maghreb sta esplodendo. C´è un terremoto istituzionale e politico che rischia di avere un impatto devastante su tutta l´Europa attraverso l´Italia. Noi siamo come al solito lasciati soli. Stiamo gestendo l´emergenza umanitaria con la protezione civile». D´altra parte ieri sera da Tunisi è arrivata la bocciatura della proposta italiana di inviare agenti di polizia sulle coste africane per bloccare l´esodo. «Stiamo cercando di metterci in contatto con le forze di polizia tunisina, per vedere come gestire questa emergenza, ma ci troviamo senza interlocutori», aveva spiegato poco prima Maroni. 
Il bilancio della giornata di ieri parla di un flusso costante, per nulla in diminuzione: 22 gli sbarchi, più di 1500 i maghrebini riusciti ad approdare a Lampedusa, un centinaio di persone recuperate un attimo prima che il barcone affondasse. Un´impresa titanica per le poche decine di uomini delle forze dell´ordine. Per tutta la mattinata in migliaia sono rimasti ammassati nel campo sportivo mentre i volontari delle organizzazioni umanitarie e la gente dell´isola, insieme agli operatori del centro, si sbracciavano per distribuire acqua e panini. Difficile anche garantire l´assistenza sanitaria ad un numero così imponente di persone, molte delle quali con addosso ancora i segni degli scontri di piazza in Tunisia. Il porto è totalmente occupato dalle oltre 50 imbarcazioni arrivate e per qualche ora è stato bloccato anche dalla protesta dei pescatori locali contro il caro-gasolio. Ieri solo un volo ha trasferito 40 persone sulla terraferma e i 20 sbarcati a Linosa sono stati portati via in nave. Troppo pochi, a Lampedusa ci sono ancora più di 2500 immigrati ma i centri di accoglienza di tutta Italia sono ormai saturi. Per questo il prefetto Caruso ha effettuato un monitoraggio per individuare delle strutture, scuole, palestre, che potrebbero essere utilizzate per ospitare i nuovi arrivi. Protezione civile e Croce rossa sono pronte anche ad allestire delle tendopoli.

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