Venti avvisi di garanzia

SCUOLA E UNIVERSITà€ ROMA Assedio al Senato del 24 novembre contro la riforma Gelmini, chiusa l’inchiesta della procura
Pesanti accuse per i giovani che, approfittando della scarsa sorveglianza, provarono a entrare a Palazzo Madama per protestare contro la legge Gelmini. Contestati numerosi reati. Tra loro anche Luca Cafagna, lo studente di Scienze politiche ricevuto dal capo dello Stato Napolitano e protagonista di uno scontro verbale con il ministro La Russa ad Annozero

SCUOLA E UNIVERSITà€ ROMA Assedio al Senato del 24 novembre contro la riforma Gelmini, chiusa l’inchiesta della procura
Pesanti accuse per i giovani che, approfittando della scarsa sorveglianza, provarono a entrare a Palazzo Madama per protestare contro la legge Gelmini. Contestati numerosi reati. Tra loro anche Luca Cafagna, lo studente di Scienze politiche ricevuto dal capo dello Stato Napolitano e protagonista di uno scontro verbale con il ministro La Russa ad Annozero
ROMA. Per la manifestazione degli studenti del 24 novembre scorso, finita con il tentativo di entrare al Senato, arrivano i primi avvisi di garanzia. Venti in tutto, otto dei quali riguardano proprio l’irruzione a palazzo Madama, nei confronti di altrettanti studenti del movimento di protesta contro la riforma dell’università del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Tra i destinatari dei provvedimenti, consegnati ieri dalla Digos, anche Luca Cafagna, di Scienze Politiche, uno degli studenti ricevuti in seguito dal presidente Napolitano al Quirinale e protagonista di uno scontro verbale con il ministro della Difesa Ignazio la Russa durante Annozero.
Pesanti i reati contestati agli studenti: resistenza, lesioni, violenza a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, oltraggio a corpo politico, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio, oltraggio a pubblico ufficiale. Le lesioni, in particolare, riguarderebbero il ferimento di sette carabinieri, due agenti della Digos e un funzionario del Senato rimasti contusi durante la giornata di protesta. Gli studenti per ora tacciono, ma sugli avvisi di garanzia hanno annunciato una conferenza stampa per i prossimi giorni.
Quella del 24 novembre fu la prima delle grandi proteste del movimento contro la riforma dell’università, seguita dall’occupazione dei monumenti in tutta Italia.
Una giornata di tensione, con migliaia e migliaia di studenti in corteo per più di quattro ore per le strade di Roma mentre, chiusa al parlamento, la maggioranza procedeva a tutto spiano all’approvazione della riforma.
L’assalto al Senato si consuma a mezzogiorno e mezzo, involontariamente favorito proprio dalle forze dell’ordine che avevano lasciato sguarnito il palazzo. Un gruppo di manifestanti punta l’ingresso secondario lanciando uova e gridando «Dimissioni dimissioni» all’indirizzo del governo. Poi, resosi conto che la sicurezza era affidata a pochi vigili urbani e un carabiniere, hanno approfittato dell’occasione e puntato al colpo grosso. Che in parte riesce. Una trentina di loro, infatti, riesce a sfondare penetrando per qualche metro all’interno del palazzo prima che il portone interno venisse chiuso in tutta fretta.
Per gli studenti, che cercavano soprattutto un atto simbolico, è una vittoria. La giornata finisce con due studenti arrestati e 27 denunciati, ma anche con diversi feriti tra manifestanti e forze dell’ordine e una diluvio di polemiche sulla sicurezza. E l’avvio di un’inchiesta da parte della procura di Roma conclusasi con i venti avvisi di garanzia.
Sempre ieri, intanto, il gip del tribunale di Roma, Marco Mancinetti, pur confermando gli arresti domiciliari ha concesso il permesso di recarsi al lavoro a Manuele De Santis, il giovane che colpì in faccia con il caso un manifestante, Cristiano C., durante gli scontri avvenuti a Roma il 14 dicembre scorso nel corso di un’altra manifestazione contro il ddl Gelmini. De Santis, che lavora come pizzaiolo, potrà lasciare la sua abitazione dalle 15 alle 22,30 di tutti i giorni tranne la domenica, giorno di riposo del locale.
Annullato invece dal Tribunale del Riesame il divieto che era stato imposto a tre manifestanti di Genova di recarsi nella capitale fino a quando il procedimento a loro carico non sarà concluso.
G8 TORINO, DUE CONDANNE
Si è concluso con due condanne a sedici mesi di reclusione e un rinvio a giudizio ieri a Torino l’udienza preliminare per il fascicolo-bis sugli scontri tra militanti dell’Onda e polizia, il 19 maggio 2010 AL LAVORO, MA AI DOMICILIARI
Potrà andare a lavorare ma resta agli arresti domiciliari Manuel D.S., il giovane che il 14 dicembre scorso alla manifestazione contro il governo aveva colpito con un casco un 15enne.

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