Sono Diana Perrone, Elisabetta Lecco e Paolo Gaeta, già entrati nell’inchiesta ma sempre usciti indenni. Finora 3 condanne: Lollo, Grillo e Clavo. Ma nessuno di loro ha mai fatto un solo giorno di carcere
Sono Diana Perrone, Elisabetta Lecco e Paolo Gaeta, già entrati nell’inchiesta ma sempre usciti indenni. Finora 3 condanne: Lollo, Grillo e Clavo. Ma nessuno di loro ha mai fatto un solo giorno di carcere
ROMA – Trentasette anni dopo riemerge dalle nebbie la strage di Primavalle, l´attentato ad opera di esponenti di Potere Operaio che il 16 aprile del 1973 diedero fuoco alla casa dell´allora segretario della sezione del Msi del quartiere romano e dove morirono i suoi due figli, Virgilio e Stefano Mattei, di 5 e 11 anni. Un´inchiesta e processi infiniti che nelle ultime settimane hanno avuto un nuovo impulso che ha consentito di riaprire l´indagine nei confronti di Diana Perrone, Elisabetta Lecco e Paolo Gaeta: sono stati iscritti nel registro degli indagati con la pesante accusa di strage. Una strage per la quale furono condannati a 18 anni di reclusione Achille Lollo, Manlio Grillo e Marino Clavo che non hanno mai scontato un solo giorno di reclusione trovando ospitalità in Brasile ed in Nicaragua. Per questi ultimi tre il reato è andato in prescrizione ma per Perrone, Lecco e Gaeta, la tragica partita con la giustizia si è riaperta dopo l´acquisizione di nuovi elementi investigativi raccolti dai carabinieri del Ros coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Luca Tescaroli.
I tre erano già entrati nell´inchiesta per la strage di Primavalle ma ne erano sempre usciti indenni. L´ultima archiviazione per Perrone, Lecco e Gaeta risale all´ottobre 2010, appena tre mesi fa. Ed in questi tre mesi gli inquirenti avrebbero trovato altri elementi che hanno consentito la riapertura dell´inchiesta con l´ipotesi di reato di strage ed una richiesta di rogatoria internazionale avanzata dalla Procura di Roma alle autorità giudiziarie del Nicaragua per interrogare Manlio Grillo che da quando fuggì dall´Italia, vive come un tranquillo turista nella capitale nicaraguense, Managua. Mentre Achille Lollo dovrebbe vivere in Brasile. Indiscrezioni giornalistiche lo danno rientrato a Roma, circostanza però smentita categoricamente da fonti dell´antiterrorismo. I magistrati e gli investigatori romani vogliono interrogare Grillo perché negli scorsi anni, in alcune interviste aveva smentito Achille Lollo che chiamava in causa Perrone, Lecco e Gaeta i quali avrebbero partecipato alla strage di Primavalle. Ma in altre interviste, registrate, Manlio Grillo, sarebbe entrato in contraddizione rivelando che durante un periodo di latitanza trascorso a Stoccolma fu raggiunto da Elisabetta Lecco che gli portò due milioni di lire frutto della vendita di una casa a Roma di Achille Lollo. Grillo aveva anche rivelato che durante una sua breve permanenza in Svizzera, fu raggiunto dai capi di Potere Operaio, Valerio Morucci, Oreste Scalzone e Jaroslaw Novak che lo “interrogarono” per conoscere i particolari della strage di Primavalle per evitare contraddizioni che avrebbero potuto favorire le ipotesi dell´accusa. Nella rogatoria inviata alle autorità del Nicaragua gli inquirenti italiani hanno anche specificato cosa vorrebbero chiedere a Manlio Grillo: come e quando è stata concordata la strage nei confronti della famiglia Mattei, qual è stato il suo ruolo e quello di Diana Perrone, Elisabetta Lecco e Paolo Gaeta, perché progettarono ed attuarono la strage.
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