LETTERA APERTA
Cari operai, siamo parte degli studenti e studentesse che si stanno mobilitando da mesi, anzi da anni, contro la sistematica erosione di diritti e contro le politiche che cercano di smantellare il sistema di formazione pubblica nel nostro paese. Non viviamo la realtà del lavoro in fabbrica ma conosciamo il lavoro in nero e sottopagato dei ristoranti e dei call center; il ricatto dei contratti a tempo, degli stage gratuiti, l’angoscia della disoccupazione.
LETTERA APERTA
Cari operai, siamo parte degli studenti e studentesse che si stanno mobilitando da mesi, anzi da anni, contro la sistematica erosione di diritti e contro le politiche che cercano di smantellare il sistema di formazione pubblica nel nostro paese. Non viviamo la realtà del lavoro in fabbrica ma conosciamo il lavoro in nero e sottopagato dei ristoranti e dei call center; il ricatto dei contratti a tempo, degli stage gratuiti, l’angoscia della disoccupazione.
La nostra generazione non sa cosa vuol dire avere un lavoro stabile e una continuità di reddito, ma conosce l’orizzonte infinito della precarietà. (…) Crediamo di vivere, nella diversità dei casi, la vostra medesima condizione di ricattati e sfruttati, siamo convinti perciò che dobbiamo condividere il desiderio di ribaltare il piano, lo sforzo di immaginare un’alternativa. La riforma Gelmini e il diktat di Marchionne hanno in fondo la stessa aspirazione: ridurre il lavoro, come il sapere, a merce senza qualità, i lavoratori e gli studenti a macchine senza soggettività, utili e spendibili a proprio piacimento. Vi scriviamo questa lettera per comunicarvi la nostra vicinanza e solidarietà. Quando un infame accordo, come quello che vi sottopongono, mette in gioco la dignità, i diritti, la democrazia, la mette in gioco per tutti, perciò venerdì 28 gennaio saremo in piazza al fianco di chi non ci sta a sottomettersi a questo sporco gioco. (…) Vi scriviamo questa lettera per dichiararci complici di chi non abbasserà la testa.
Studenti e precari della Sapienza in mobilitazione
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