Il leader di Sel: per lui l’ad della Fiat è sinonimo di modernità , per me di autoritarismo.· Per me le primarie sono un valore aggiunto. Cancellarle renderebbe molto debole la figura del candidato premier. Governo di transizione? Piuttosto si torni presto alle urne: questa è una vera necessità democratica·
Il leader di Sel: per lui l’ad della Fiat è sinonimo di modernità , per me di autoritarismo.· Per me le primarie sono un valore aggiunto. Cancellarle renderebbe molto debole la figura del candidato premier. Governo di transizione? Piuttosto si torni presto alle urne: questa è una vera necessità democratica·
ROMA – «Veltroni apre nei miei confronti. Dice: “Tu sei un alleato necessario, svolgi un ruolo prezioso, quello di coprire con la tua radicalità la parte della sinistra”». Nichi Vendola, il leader di Sel, al “Lingotto 2” è stato una sorta di convitato di pietra.
Vendola, veramente Veltroni ha marcato la distanza tra i Democratici e lei. Ha giudicato del tutto sbagliato il suo giudizio negativo su Marchionne e fuori luogo paragonare Carlo Giuliani a Falcone.
«Poiché Walter pensa che questa sinistra debba essere in posizione subordinata indica due questioni su cui svolge una critica di merito. Su Marchionne. Per Veltroni è un´icona della modernità; per me propone un capitalismo autoritario. Faccio notare che un giornalista prestigioso come Galli della Loggia di fronte alla vicenda Mirafiori ha detto che è ormai tempo di riconoscere che i diritti sociali sono incompatibili con la globalizzazione dei mercati e perciò cambiare la Costituzione. È questo che vuole Veltroni? Non è ultraconservatore non affrontare il tema della mobilità sostenibile? Da sei anni governo una grande regione come la Puglia, non sopporto le etichette di riformista o radicale. Su Carlo Giuliani. Controlli su internet, non l´ho mai paragonato a Falcone. Non buttiamoci tra i piedi trappole politico-mediatiche».
Non si sente tenuto fuori dalla porta?
«I punti di divergenza riguardano la nostra idea di modernità. Ma sulla costruzione di un´alleanza larga non pongo veti. Però ci vuole una bussola e la questione morale ne è il primo punto. L´involgarimento della politica produce pervasività; le dinamiche corruttive sono una problema anche del centrosinistra. E poi al centro dobbiamo avere i temi di un paese che deve riconvertire il proprio modello di sviluppo. Nessuno è proprietario di una ricetta salvifica. Ma tanti cedimenti alle cultura liberista hanno prodotto danni alla sinistra e al paese. Ci vuole una contesa delle idee, avendo noi il coraggio di dire basta: si metta punto alla crisi del paese e si torni alle urne perché questa è una necessità democratica».
Non è d´accordo su un governo di transizione?
«Finora non andare alle urne ha acuito la crisi e il degrado. A Walter poi dico: sei sicuro che Marchionne rappresenti gli interessi del sistema d´impresa? E la fuoriuscita da una lunga storia di relazioni industriali rischia di diventare una fatale crisi dell´autonomia del sindacato che è stato garante del compromesso tra capitale e lavoro. Perché la modernità non è mai un miglioramento delle condizioni materiali di vita delle persone?».
Torniamo alle alleanze. Niente veti vuol dire che le starebbe bene un patto anche con Casini e Fini?
«Fini credo che abbia conclusivamente recintato il proprio partito dentro al centrodestra. Non mi pare il caso di produrre ulteriore confusione nel marasma della politica italiana. Affrontiamo il problema di come si salva l´Italia, di come si esce da questo vergognoso pantano».
Unione sepolta?
«L´Unione, in quanto faticosissimo condominio in cui ciascuno sventolava la propria bandierina, è inadeguata a questo passaggio d´epoca».
In questa fase di emergenza, potrebbero saltare le primarie: forse con qualche ragione.
«Le primarie sono un valore aggiunto e aiutano un pezzo grande del paese a ritrovare il filo rosso della speranza. Cancellarle renderebbe molto debole la figura del candidato premier del centrosinistra».
Preferirebbe sfidare Veltroni o Bersani?
«Mi piace discutere delle loro idee, piuttosto che dare giudizi sbrigativi come qualche volta il Pd fa nei miei confronti».
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