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Caso battisti, Fred Vargas attacca tabucchi

La scrittrice interviene su “Le Monde”, difende il latitante e replica all’autore italiano: “Non conosci la realtà , vai in Brasile” 

La scrittrice interviene su “Le Monde”, difende il latitante e replica all’autore italiano: “Non conosci la realtà , vai in Brasile” 

PARIGI – Fred Vargas si getta a testa bassa contro Antonio Tabucchi, reo di aver difeso su Le Monde la richiesta di estradizione per Cesare Battisti e soprattutto di aver sostenuto la colpevolezza dell´ex terrorista, condannato all´ergastolo per quattro omicidi. La scrittrice transalpina è il più intransigente difensore di Battisti. La spalleggia, con meno foga, Bernard-Henry Lévy, mentre gli altri intellettuali che nel 2004 presero le difese del terrorista si sono defilati: personaggi come Daniel Pennac e Philippe Sollers rifiutano di esprimersi pubblicamente sul caso da quando Battisti è fuggito in Brasile. Malgrado sia meno sostenuta di qualche anno fa, la Vargas (di cui esce per Einaudi Stile Libero Critica dell´ansia pura) continua a perorare l´innocenza di Battisti e ieri, sempre su ‘Le Monde´, si è letteralmente scatenata: contro lo scrittore italiano, contro il pubblico ministero Armando Spataro e contro chiunque consideri l´ex terrorista un puro e semplice omicida condannato in un paese democratico. Secondo lei Battisti è un perseguitato e per dimostrarlo scomoda perfino il caso Dreyfus: i mandati di Battisti ai suoi avvocati sarebbero dei falsi così com´era falso il «borderò blu» che servì a incriminare il capitano Dreyfus. Falsi «esplosivi», assicura, tant´è vero «che da anni non riesco a pubblicarli da nessuna parte». Se Tabucchi aveva difeso con rabbia le ragioni dei giudici italiani, la Vargas è furiosa, sprezzante, a tratti insolente.
Nega di aver simpatie per i terroristi italiani degli anni Settanta e assicura che Battisti non è «il suo eroe», né l´eroe di nessuno: non era nemmeno un capo, era solo uno sconosciuto. Se Tabucchi parla delle sua «opera di convinzione», lei s´indigna: «Non ho convinzioni, signor Tabucchi, ho delle cognizioni, quelle che lei nega agli intellettuali quando sono francesi».
Le sue tesi sono le solite: in Italia ci sono state torture (cita il caso di Sisinnio Bitti, ricordando che però è stato archiviato dal Pm Spataro), Battisti è stato condannato solo grazie ai pentiti e contro di lui «non esistono prove materiali, né un testimone oculare degno di questo nome». Quanto a Spataro siamo al limite dell´insulto per un magistrato: certo, ha combattuto la mafia, ma «questo non gli impedì di coprire le illegalità e le deviazioni dei processi che istruì durante gli anni di piombo». Infine, la Vargas invita Tabucchi «a darsi la pena» di lavorare per cercare la verità. E magari di attraversare l´oceano: «Se ne ha il coraggio, parta per il Brasile e incontri Cesare Battisti. Così vedrà con i suoi occhi cos´ha fatto a un uomo un linciaggio generalizzato».

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