OLTRE UN MILIONE DI FOGLI, 27 FILONI DI RICERCA ORA DISPONIBILI
Lunedì 6 dicembre si chiude definitivamente la storia decennale della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle stragi e il terrorismo.
Quel giorno, in Senato, sarà presentato l’archivio digitalizzato della commissione che ha lavorato dal 1988 al 2001.
Quello della Commissione è, di fatto, il maggior archivio storico sulle stragi e il terrorismo esistente in Italia ed una dei maggiori nel mondo e viene aperto proprio mentre càè da parte delle associazioni dei familiari delle vittime la richiesta di far cadere ogni forma di segreto su queste e altre carte che raccontano la peggior storia dell’Italia recente.
OLTRE UN MILIONE DI FOGLI, 27 FILONI DI RICERCA ORA DISPONIBILI
Lunedì 6 dicembre si chiude definitivamente la storia decennale della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle stragi e il terrorismo.
Quel giorno, in Senato, sarà presentato l’archivio digitalizzato della commissione che ha lavorato dal 1988 al 2001.
Quello della Commissione è, di fatto, il maggior archivio storico sulle stragi e il terrorismo esistente in Italia ed una dei maggiori nel mondo e viene aperto proprio mentre càè da parte delle associazioni dei familiari delle vittime la richiesta di far cadere ogni forma di segreto su queste e altre carte che raccontano la peggior storia dell’Italia recente.
Si tratta di una mole unica: 1 milioni di fogli, 27 filoni di inchiesta che abbracciano tutto l’indice in rosso e nero della nostra storia Repubblicana: da Piazza Fontana alla strage di Bologna, dal caso Moro ad Ustica, da Piazza della Loggia all’omicidio Calabresi. Il vero “archivio della vergogna” della nostra recente storia. La commissione chiuse con un esisto di “no contest”: nessuna delle 18 relazioni presentata venne votata e le pubblicazioni delle stesse non ebbe il sigillo del voto di approvazione. I veti incrociati politici ebbero la meglio ma la vera ricchezza delle commissione è il suo archivio. Da anni si sono rinnovati gli appelli e gli inviti ad aprire questi archivi e a far cadere tutti i “segreti” che a suo tempo gravavano sulle carte. L’ultimo atto della commissione fu proprio l’approvazione di una deliberazione riguardante la pubblicazione degli atti che, vista la mole, si scelse di digitalizzare. Giovanni Pellegrino tracciò un bilancio amaro di quella esperienza: “La mia sconfitta e il mio rammarico e di non aver potuto concludere con un risultato e giudizio condiviso ma questa commissione non è niente altro che lo specchio del Paese. Un Paese ancora incapace di guardare al suo passato e di esprimere un giudizio maturo. Mi sarebbe piaciuto che la destra facesse la storia dei rapporti dell’Msi con An e Avanguardia nazionale e che la sinistra narrasse per intero la vicenda del Pci e i contributi dall’Est. Avremmo avuto una storia politica complessiva permeata di pietas. Ma ciò non è stato possibile”. Più volte il senatore dei Ds aveva rivolto la sua domanda centrale: “perché, unico paese in Europa, l’Italia per venti anni è stata prigioniera di un terrorismo, di destra e di sinistra, che nasce nel 1968-’69?”. Questo, però, ormai “è tema per gli storici”.E ora gli storici avranno, dopo anni di appelli, richieste e aspettative, la possibilità di aprire quei faldoni per cercare di dare una riposta che la politica, nel suo complesso, non ha saputo dare.
(ANSA).
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