Stato-mafia, i pm da Ciampi e Scalfaro

L’ex premier e l’ex capo dello Stato del ’93 saranno sentiti sulla trattativa.  Mancino: due testimoni smentiscono l’incontro con Borsellino.  Nel ’93 furono revocati 350 decreti di carcere duro per iniziativa dell’ex ministro Conso

 

L’ex premier e l’ex capo dello Stato del ’93 saranno sentiti sulla trattativa.  Mancino: due testimoni smentiscono l’incontro con Borsellino.  Nel ’93 furono revocati 350 decreti di carcere duro per iniziativa dell’ex ministro Conso

  PALERMO – I magistrati che indagano sulla trattativa fra Stato e mafia concentrano le loro attenzioni sul 1993, l´anno in cui furono revocati quasi 350 decreti di carcere duro. «Fu una mia iniziativa personale, a novembre, per tentare di fermare le stragi», ha ribadito l´ex ministro della Giustizia Giovanni Conso, prima alla commissione antimafia e poi ai pm di Palermo. Ma non ha convinto sino in fondo. Anche perché, da una relazione dell´allora direttore del Dap, Nicolò Amato, è emerso che nel febbraio 1993 si era discusso della revoca del 41 bis durante un comitato nazionale per l´ordine e la sicurezza. E fra i sostenitori della proposta ci sarebbero stati il capo della polizia Vincenzo Parisi e il ministro dell´Interno Nicola Mancino. Amato l´ha ribadito davanti ai pm di Palermo.
Ecco perché adesso il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e i sostituti Nino Di Matteo e Paolo Guido hanno deciso di interrogare anche il presidente del Consiglio di quei mesi convulsi, Carlo Azeglio Ciampi, che fu a Palazzo Chigi dall´aprile 1993 al maggio 1994. È stato convocato pure l´ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Le audizioni si terranno mercoledì, a Palazzo Giustiniani. Nelle stesse ore, alla commissione parlamentare antimafia, ci sarà invece Nicolò Amato. Intanto, i pm di Palermo hanno chiesto al Dap nuove informazioni sulla situazione del carcere duro nel 1993. E dall´Antimafia arriva un appello perché vengano aperti gli archivi del ministero della Giustizia, e non solo quelli: «Negli archivi dei servizi segreti e del Dap ci sono informazioni che devono essere messe a disposizione al più presto – dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della commissione parlamentare – Bisogna capire quali valutazioni sul 41 bis e su Cosa nostra furono offerte, e perché, ai vertici politico-istituzionali dell´epoca».
Da qualche giorno, in commissione antimafia, è sorto un caso attorno all´audizione di Nicola Mancino. L´ex ministro ha chiesto di aggiungere alcuni particolari al verbale già trascritto. Sono addirittura spuntati due testimoni per quel pomeriggio del primo luglio 1992, il giorno dell´insediamento di Mancino al Viminale, che è ancora oggetto di polemiche e smentite. I magistrati di Caltanissetta sostengono che il procuratore aggiunto Paolo Borsellino incontrò il neo ministro proprio al Viminale, durante una pausa dell´interrogatorio con Gaspare Mutolo. «Quando tornò – ha rivelato il pentito – il giudice era sconvolto. Aveva visto anche il dottore Contrada. Tutto preoccupato mi dice allora di mettere a verbale quello che gli avevo detto, che il dottore Contrada era colluso con la mafia». Mancino ha sempre negato l´incontro con Borsellino. Adesso spiega alla commissione antimafia che quando uscì dalla sua stanza era insieme ai prefetti Mario Morcone e Raffaele Lauro, oggi senatore del Pdl e componente dell´Antimafia. Entrambi confermano la versione di Mancino. I nuovi ricordi dell´ex ministro sono adesso all´attenzione del presidente Pisanu, che dovrà decidere se aggiungerli al verbale.

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