Conoscevamo Sacha Naspini per il romanzo I cariolanti, ballata horror maremmana, che a un anno dall’uscita continua a circolare per passaparola, soprattutto in Toscana, della quale esplora i buchi neri, smentendone l’immagine da cartolina. Ora Naspini ha scritto di getto un libro sul gruppo musicale francese Noir Désir, ai cui ritmi si è appassionato ben prima della tragedia di Vilnius del 2003, quando Bertrand Cantat, leader della band, è stato incarcerato per avere procurato la morte della compagna, Marie Trintignant, dopo una violenta lite. Si tratta in realtà di un libro su commissione: lo scorso gennaio Luigi Bernardi ha telefonato allo scrittore per proporglielo e subito a Naspini è riaffiorato alla mente il primo incontro con i Noir Désir quando, ragazzino, aveva ascoltato per la prima volta questo gruppo ancora sconosciuto in Italia. Una musica scoperta per caso, che ha continuato a inseguire e seguire negli anni quasi come un tesoro proprio, così che il libro è una sorta di racconto di formazione, «la storia di questa band francese raccontata da me, ai miei occhi, in contemporanea ai vostri».
Conoscevamo Sacha Naspini per il romanzo I cariolanti, ballata horror maremmana, che a un anno dall’uscita continua a circolare per passaparola, soprattutto in Toscana, della quale esplora i buchi neri, smentendone l’immagine da cartolina. Ora Naspini ha scritto di getto un libro sul gruppo musicale francese Noir Désir, ai cui ritmi si è appassionato ben prima della tragedia di Vilnius del 2003, quando Bertrand Cantat, leader della band, è stato incarcerato per avere procurato la morte della compagna, Marie Trintignant, dopo una violenta lite. Si tratta in realtà di un libro su commissione: lo scorso gennaio Luigi Bernardi ha telefonato allo scrittore per proporglielo e subito a Naspini è riaffiorato alla mente il primo incontro con i Noir Désir quando, ragazzino, aveva ascoltato per la prima volta questo gruppo ancora sconosciuto in Italia. Una musica scoperta per caso, che ha continuato a inseguire e seguire negli anni quasi come un tesoro proprio, così che il libro è una sorta di racconto di formazione, «la storia di questa band francese raccontata da me, ai miei occhi, in contemporanea ai vostri».
Dopo la cantata di Bastiano, tutto lasciava pensare che Naspini si sarebbe calato nella storia nerissima di Bertrand, il quale, uscito di galera e in semilibertà, ha dovuto affrontare anche il suicidio della madre dei suoi figli, Kristina Rady, tornata a vivere con lui. Invece, in una confezione elegante (copertina viola e belle illustrazioni di Ivana Stoyanova) leggiamo un sobrio racconto autobiografico, che nella parte centrale contiene un commento sensibile e competente sulla musica del gruppo. Lo scrittore ci fa quindi condividere la sua passione per i Noir Désir, seguendoli nella loro evoluzione, dai caffè di Bordeaux ai palcoscenici internazionali, fino all’affermazione planetaria di Le vent nous portera e dell’album Des visages des figures (uscito in coincidenza con l’11 settembre del 2001), sottolineando l’impegno civile e sociale del gruppo a fianco dei palestinesi e degli immigrati, così come la sua resistenza ai meccanismi dello show business.
Nel capitolo Polvere di te, Naspini affronta il rapporto tra Bertrand e Marie: è una storia difficile da raccontare, perfino sgradevole, ma lo scrittore è riuscito a trovare il coraggio e il tono per trasmettercela, sebbene inizialmente abbia esitato, pensando di fornire al lettore solo ritagli di stampa sulla vicenda. Questa, però, è una storia nelle sue corde, che gli «sta nella pancia» e Naspini preferisce non scartarla, per amore del gruppo e di quello che gli ha dato: «I Noir Désir a volte li penso così. Un urto al colore della musica, che d’un tratto non è solo musica e basta, ma un posto dove ti puoi schierare, scavare, o in cui hai la possibilità di leggere il mondo intorno secondo le attrezzature della poesia dilatata, da una prospettiva critica che ti forma dentro, o che ti spezza le gambe. Che prova a dare un nome a un caos, anche, per fartelo vedere con il cuore, con le viscere in mano. Sulle corde, vocali e non. Insomma una perla nera».
Al momento di correggere le bozze del libro (che si chiude con un racconto di Naspini scritto nel 2008, una visita al cimitero Père Lachaise, alle tombe di Modigliani e di Gobetti, poi a quella, frequentatissima, di Jim Morrison, con un omaggio a Marie Trintignant, ascoltando negli auricolari il brano Des visages des figures.), lo scrittore ha saputo che Bertrand Cantat ha finito di scontare la pena ed è tornato un uomo libero. Forse i Noir Désir riprenderanno il loro cammino, tra dolore, rabbia e speranza, e proprio a una delle canzoni più recenti del gruppo, Gagnants/perdants Naspini ha scelto di ispirarsi per il sottotitolo: «Nous on n’veut pas être des gagnants/Mais on acceptera jamais d’être des perdants». È la prima registrazione dopo la tragedia del 2008, assieme a una rivisitazione della classica Le temps des cerises: entrambe vengono pubblicate sul sito dei Noir Désir, da scaricare gratis.
LIBRI: SACHA NASPINI, NOIR DÉSIR, NÉ VINCITORI NÉ VINTI, PERDISA, PP. 192, EURO 14
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