La Camera approva la riforma rivolta degli studenti nelle città 

La protesta  Bloccate stazioni e autostrade. Scontri e tensione nei cortei .   Caselli occupati a Bologna, Genova, Pisa e Cosenza. Treni in ritardo. La Gelmini: spiace per gli incidenti ma la mia è una legge importante

La protesta  Bloccate stazioni e autostrade. Scontri e tensione nei cortei .   Caselli occupati a Bologna, Genova, Pisa e Cosenza. Treni in ritardo. La Gelmini: spiace per gli incidenti ma la mia è una legge importante

ROMA – Quando la riforma viene approvata, intorno alle 20, Montecitorio è ancora blindato, gli studenti dispersi, la città esausta dopo un giorno di paralisi. La Camera ha dato il via libera. «Credo che l´approvazione della riforma dell´università sia uno dei fatti più importanti della legislatura. Si tratta di una riforma indispensabile e urgente. Spiace averla fatta in un clima di tensione sociale», dice il ministro Gelmini. «Se ci fosse stato un confronto costruttivo con l´opposizione queste contestazioni così pesanti non ci sarebbero state». Si conclude così l´iter alla Camera del ddl, che ora torna al Senato. Ma ieri non è stato solo il giorno del Parlamento ma anche quello della piazza. Con i manifestanti passati dai tetti alla strade, dai gesti innocui e esemplari ai momenti di rivolta. Una giornata di resistenza studentesca nel tentativo di rendersi visibili, di non essere cancellati.
Gli scontri. Lancio di uova e bottiglie, fumogeni, manganellate. La tregua è finita. Nel giorno dell´approvazione della riforma, in una clima di freddo e pioggia, ci sono stati scontri a Brescia, Genova, Bologna, Roma, e momenti di tensione in molte città. A Brescia il corteo degli studenti ha cercato di forzare il cordone di sicurezza che si trovava di fronte alla sede dell´amministrazione comunale. I manifestanti hanno lanciato bottiglie contro la polizia e gli agenti hanno usato il manganello. Manganellate e scontri anche a Genova davanti alla Prefettura con gli studenti che gridavano “dimissioni” e “Berlusconi mafioso”. Un gruppo di studenti poi ha gettato dei secchi di letame liquido addosso a due assessori ospiti di una trasmissione che si registrava in piazza. Scontri brevi alla stazione di Bologna. E scontri, i più violenti, a Roma dove, nel centro storico militarizzato, ci sono state cariche della polizia con i manifestanti che scuotevano i blindati pieni di celerini.
La protesta sui binari. Dopo i tetti, la protesta si è spostata sui binari. Da Scalea a Torino, da Catania a Trieste, gli studenti sono entrati nelle stazioni, inventando la protesta ferroviaria. Le Ferrovie dello Stato hanno diramato un comunicato: sono state 18 le stazioni bloccate, con flussi di traffico rallentati e convogli dirottati. Bologna, Pisa, Cremona, Perugia, Padova, alcune delle stazioni invase. C´è stata a Roma l´ultima occupazione dei binari, nel tardo pomeriggio, quando alla Camera si discuteva ancora di emendamenti, gli studenti sono entrati alla stazione Termini cercando di non bloccare i treni dei pendolari.
In corteo sull´autostrada. Alcuni camionisti hanno suonato il clacson in appoggio al corteo di studenti bolognesi che ieri si è incamminato lungo l´A14. Erano circa 7 mila, sotto la pioggia. A Torino c´è stato un sit in sulla tangenziale. A Pisa invece il corteo si è mosso verso sera, oltre 5 mila studenti hanno raggiunto, oltrepassandolo, il casello di Pisa centro dell´autostrada A12. Caselli bloccati anche a Cosenza e Genova.
Dai tetti alle piazze. Cortei ovunque: la protesta universitaria ha attraversato molte città, con slogan, striscioni, iniziative rabbiose, fantasiose, improvvisate. A Napoli gli studenti hanno lanciato sacchetti di rifiuti mentre lo striscione in testa al corteo ricordava il regista Monicelli. A Palermo i manifestanti sono entrati in municipio dove era in corso il consiglio comunale e lo hanno occupato. Cortei a Firenze, L´Aquila, Perugia, Lecce, Catania. A Teramo una veglia funebre, a Bari occupate diverse facoltà, a Trento occupata Sociologia.
A Parigi. È salita sull´Arco di Trionfo la protesta degli studenti italiani. «Da Parigi è un no. No al ddl. Riprendiamoci il futuro», è scritto sullo striscione di 12 metri per 4, che un gruppo di ragazzi, impegnati nel progetto Erasmus, ha tenuto appeso per una decina di minuti dal tetto del monumento. Poi la polizia ha costretto gli studenti a togliere lo striscione e tornare a casa.

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