Ancora scontri. Bossi: l’assalto al Senato istigato da Bersani. A Firenze la celere carica: cinque feriti tra poliziotti e ragazzi. Trenta denunce partite
Ancora scontri. Bossi: l’assalto al Senato istigato da Bersani. A Firenze la celere carica: cinque feriti tra poliziotti e ragazzi. Trenta denunce partite
ROMA – Il Senato e i tetti delle facoltà, certo. Ma un movimento studentesco carico di fantasia, e che mostra tenuta e organizzazione, nel terzo giorno di protesta “no stop” sceglie di dare l´assalto ai grandi monumenti del paese. I “monumenti studenteschi” cadono – senza danni per nessuno – uno dopo l´altro, con le stesse tecniche flash, a sorpresa. All´una del pomeriggio un pugno di ragazzi si stacca dal corteo dei duemila pisani in piazza del Duomo e di corsa sale lungo le rampe della Torre pendente, raggiunge l´ultimo anello e cala lo striscione “No alla riforma. General strike”. Sciopero generale. Intorno, un cordone studentesco blocca l´ingresso dei turisti.
E´ l´avviso alle trentuno città d´Italia che sono già in piazza e che in due giorni hanno occupato 46 facoltà e in quindici casi hanno portato ricercatori e precari sui tetti delle università. Un´ora e mezza e quelli della Sapienza romana, ormai a fine corteo, hanno l´idea: «Occupiamo il Colosseo». In mattinata hanno bloccato il lungotevere, via del Corso, piazza Venezia, ora in cento scattano veloci sorprendendo il reparto celere e, come in un film di Bertolucci, saltano i tornelli, salgono ai piani alti dell´Anfiteatro Flavio intonando: «I leoni siamo noi». I gladiatori, sono convinti gli universitari sempre più carichi, sono i governanti. Mezz´ora e tocca agli studenti torinesi salire alla Mole antonelliana: in mille nell´atrio, sede del museo del cinema. Striscioni alle pareti, percussioni su tamburi e pentole. In serata si viola, infine, la basilica di Sant´Antonio a Padova e si cala lo striscione-beffa: “Il ddl va ritirato, non c´è santo che tenga”. A Siena, invece, fallisce la scalata alla Torre del Mangia.
Non c´è solo “The dreamer” e il dadaismo, nel giovedì dell´Italia bloccata dagli studenti. Ci sono di nuovo scontri con la polizia che non accetta che gli studenti dettino i percorsi, blocchino le città. A Firenze uova contro gli agenti al Polo scientifico: gli studenti non gradiscono il sottosegretario Daniela Santanchè a convegno, la celere carica: cinque feriti tra poliziotti e studenti, trenta denunce. A Bologna gli agenti del reparto mobile non consentono agli universitari di bloccare la stazione centrale. A Milano, dove un gruppo assalta l´Agenzia delle entrate del ministero del Tesoro, per due volte i quattrocento in sfilata in centro entrano in contatto con la polizia. Gli studenti parlano di brutale aggressione in piazzale Loreto, la polizia ricorda che il corteo era uscito dal percorso autorizzato. Monetine, fumogeni e uova sulle forze dell´ordine a Torino: in cento volevano assaltare la Regione in piazza Castello.
A Palermo si occupa il porto, poi gli studenti dei Collettivi cercano lo scontro con gli apolitici. A Roma, Parma e Trento saltano le inaugurazione dell´anno accademico. Gli universitari, i ricercatori e i “prof” di Bari e Trieste, in un afflato protettivo, circondano le loro università per abbracciarle. Camping notturno sui tetti dell´università di Cagliari e agit-prop alpinisti si calano con una fune dal rettorato di Sassari: “L´università appesa a un filo”. L´occupazione dei binari di Pisa-San Rossore blocca la dorsale tirrenica. Bare e lutti all´Orientale di Napoli e Ferrara. In questa teatralità spinta s´inseriscono diversi docenti: a Teramo, in cinquanta, occupano Radio Frequenza, l´emittente dell´ateneo. E a Cosenza tutti i docenti di Scienze politiche si dicono pronti a rassegnare le dimissioni qualora la riforma Gelmini passasse. Il governo già valuta in 10 milioni di euro i costi di cortei e occupazioni: «Molti gli effetti collaterali». Gli studenti replicano: «Quest´anno nessuna spesa». Umberto Bossi attacca il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, salito sul tetto di Architettura: «Da lassù ha incitato gli studenti a entrare nel Senato». Ma i tempi non tornano. Da Bologna i collettivi mandano segnali preoccupanti: «Ora nuove occupazioni, blocchi, cortei». Si riparte con le assemblee degli atenei d´Italia, lunedì. E studenti in piazza nel martedì in cui riparte la discussione della riforma Gelmini.
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