SUSANNA CAMUSSO. Tre nuove sfide per la Cgil

Da un lato del tavolo ci sarà  una donna, Emma Marcegaglia, di fronte un’altra donna, Susanna Camusso. Da mercoledì cambierà  lo scenario di genere in un confronto difficile tra la Confindustria e la Cgil. Domani infatti, Guglielmo Epifani, dopo otto anni passati alla guida del principale sindacato italiano, consegnerà  il testimone nelle mani del suo successore: per la prima volta in più di un secolo di vita a guidare la Cgil è stata chiamata una donna. È importante, e il fatto che mai elezione di questo tipo sia stata più mediaticamente anticipata non ne riduce il valore simbolico.

Da un lato del tavolo ci sarà  una donna, Emma Marcegaglia, di fronte un’altra donna, Susanna Camusso. Da mercoledì cambierà  lo scenario di genere in un confronto difficile tra la Confindustria e la Cgil. Domani infatti, Guglielmo Epifani, dopo otto anni passati alla guida del principale sindacato italiano, consegnerà  il testimone nelle mani del suo successore: per la prima volta in più di un secolo di vita a guidare la Cgil è stata chiamata una donna. È importante, e il fatto che mai elezione di questo tipo sia stata più mediaticamente anticipata non ne riduce il valore simbolico.
Gli ultimi avvicendamenti al vertice di corso d’Italia segnano una rottura con il passato. Guglielmo Epifani è stato il primo segretario generale della Cgil di origine socialista. Anche Susanna Camusso proviene dalle fila del Partito socialista.
Se è importante il genere, non lo è di meno il contenuto. C’è chi si chiede se abbia senso un tavolo di trattativa con la Confindustria, la Cisl e la Uil sulla produttività, dato che finora la linea l’ha dettata il padrone metalmeccanico Alberto Bombassei, oggi ai vertici della Confindustria ed è una linea pressoché coincidente con quella pomiglianesca di Sergio Marchionne. E questo è il primo nodo che dovrà sciogliere Susanna Camusso. Il secondo si chiama sciopero generale, tema caro alla Fiom e alla minoranza congressuale della Cgil, ma evocato, sia pure con qualche distinguo, dal suo predecessore Epifani nella straordinaria piazza del 16 ottobre, stracolma di operai metalmeccanici, studenti, precari, migranti, attivisti dei movimenti per i beni comuni e l’ambiente. Una piazza che abbracciava una folta rappresentanza dell’Italia migliore, quella che fornisce le gambe e il cervello a qualsiasi battaglia per il cambiamento democratico del nostro paese.
Il terzo nodo che dovrà sciogliere la nuova segretaria si chiama democrazia, dentro la Cgil che ha una tradizione di valorizzazione delle differenze, e soprattutto nel mondo del lavoro, per rispondere a due domande: chi rappresenta chi, e chi deve decidere su piattaforme e contratti. Il diritto di voto non è tutto, ma è sicuramente un punto di partenza a cui i lavoratori non intendono più rinunciare.
Sono nodi aggrovigliati, difficili da sciogliere in quanto hanno tutti a che fare con una questione centrale: l’unità sindacale, che oggi non c’è perché le risposte alla crisi economica, sociale e politica date da Cgil, Cisl e Uil sono profondamente diverse. La storia della Cgil e del movimento operaio italiano insegna che l’unità non si costruisce a tavolino, è piuttosto il prodotto di pratiche e lotte comuni. Ma questo Susanna Camusso lo sa certo meglio di noi. E sa che l’unità più importante per un sindacato che si rispetti è l’unità con chi si rappresenta, i lavoratori e i pensionati che meritano ascolto e hanno diritto a risposte chiare.
La situazione politica è quanto mai terremotata e, mentre si ipotizzano nuovi scenari, gli appelli ai patti sociali si sprecano. Ma sarà vero, come ci spiegano le sirene postnovecentesche e post-lotta di classe, che siamo tutti sulla stessa barca?
Il manifesto saluta Guglielmo Epifani e lo ringrazia per il rapporto avuto con questo giornale, talvolta anche in situazioni di conflitto. Alla nuova segretaria Susanna Camusso auguriamo buon lavoro, con il rispetto e l’attenzione con cui il manifesto segue da sempre la Cgil.

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