I manifestanti a Montecitorio, poi tentano irruzione in Senato. Cortei nel centro, la polizia reagisce: alcuni feriti e due fermati. Gli slogan: "No ai tagli", "Qui riposa in pace la scuola pubblica". Bersani sul tetto di Architettura con i ricercatori ">

Studenti in rivolta, cariche a Roma

foto di Attilio Cristini (immagini di Attilio Cristini)

I manifestanti a Montecitorio, poi tentano irruzione in Senato. Cortei nel centro, la polizia reagisce: alcuni feriti e due fermati. Gli slogan: “No ai tagli”, “Qui riposa in pace la scuola pubblica”. Bersani sul tetto di Architettura con i ricercatori

foto di Attilio Cristini (immagini di Attilio Cristini)

I manifestanti a Montecitorio, poi tentano irruzione in Senato. Cortei nel centro, la polizia reagisce: alcuni feriti e due fermati. Gli slogan: “No ai tagli”, “Qui riposa in pace la scuola pubblica”. Bersani sul tetto di Architettura con i ricercatori

Una lunga giornata di protesta studentesca in tutta Italia. In particolare a Roma: oggi (24 novembre) gli studenti sono andati a Montecitorio per protestare contro il ddl Gelmini sull’università. Hanno fatto il “giro” dei luoghi di potere della capitale, protestando sotto il Senato – con tentata irruzione -, verso Palazzo Grazioli e per tutto il centro. Hanno quindi urlato: “Dimissioni, dimissioni”, rivolti alle sedi del governo. Si sono visti striscioni come: “Ridateci il nostro futuro”, “No ai tagli”, “Qui riposa in pace la scuola pubblica”. In piazza anche molte bandiere e palloncini colorati della Flc Cgil.

A Roma la polizia ha caricato gli studenti che si dirigevano verso la Camera. Lo riportano fonti di agenzia. Le forze dell’ordine hanno effettuato due cariche di alleggerimento, per bloccare i manifestanti contro il ddl università che volevano arrivare sotto Montecitorio. Questi sono quindi “indietreggiati” e la situazione è tornata alla normalità. A quanto riferisce l’Ansa, ci sarebbero feriti: lo dicono gli stessi manifestanti, spiegando che alcuni ragazzi si sono medicati nei locali della metropolitana con buste di ghiaccio, a causa dei colpi ricevuti.

Due studenti sono stati fermati a portati via con le manette dalle forze dell’ordine. Uno di loro è stato caricato in un auto del reparto “speciale”, l’altro su una Fiat Punto della polizia. Il fatto è accaduto intorno alle 13.30. I due fermati si trovavano alla testa del corteo che proveniva da via di San Marcello ed era diretto in via dell’Umiltà, dove si trova la sede del Pdl, quando un blindato si è messo di traverso nel vicolo per bloccare il passaggio. Lì i due giovani sono stati ammanettati. I manifestanti si sono poi spostati nella vicina Piazza Venezia, dal lato di via dei Fori Imperiali, seduti per terra in attesa di nuove decisioni.

Prima la tentata irruzione al Senato. “O scendete voi o saliamo noi”. Con questo slogan oltre 500 studenti sono arrivati a Palazzo Madama, dove hanno lanciato uova verso il portone. I ragazzi brandivano degli “scudi simbolici” a forma di libri, con sopra i titoli delle maggiori opere letterarie che si studiano a scuola. Inizialmente gli addetti non sono riusciti chiudere il portone, poi l’arrivo di cinque blindati della polizia ha fatto fare una parziale marcia indietro ai giovani che comunque sono ancora radunati davanti alla sede istituzionale.

Cariche anche nel corteo di Padova: verso le 13.30, la polizia ha disperso con la forza gli studenti che volevano occupare per protesta i binari della stazione ferroviaria Padova-Bologna.

Nei giorni scorsi le organizzazioni studentesche avevano già annunciato l'”assedio al Parlamento”, nel giorno in cui riprende l’esame del testo che domani potrebbe avere via libera. La mobilitazione, spiega la Rete degli studenti, è stata organizzata “per gridare il nostro dissenso nei confronti di un ddl che distrugge l’università e la ricerca, che non pensa al futuro di noi studenti e del paese”.

“Da Torino a Palermo passando per Milano, Firenze, Roma, Napoli e Catania – prosegue il comunicato – gli studenti occupano e autogestiscono scuole e facoltà. Il ddl Gelmini è una pietra tombale sull’università italiana che si inserisce in un’ottica generale di riforma della scuola e dell’università basata su tagli e privatizzazioni. Noi studenti – aggiunge – non possiamo permettere che si giochi sul nostro futuro”.

A Torino hanno passato la notte sul tetto del Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, una ventina di ricercatori universitari. L’azione di protesta contro la riforma Gelmini sta continuando anche in queste ore, gli studiosi rendono noto che proseguirà a oltranza.

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è salito sul tetto della facoltà di Architettura a Roma (vedi foto su Facebook), dove i ricercatori stanno protestando. Ha ascoltato le loro ragioni, quindi ha dichiarato: “La riforma Gelmini è un disastro omeopatico. Anche noi dell’opposizione abbiammo avuto delle carenze, ma di cose come queste non ne abbiamo mai viste. Loro girano a loro vantaggio i principi costituzionali – ha aggiunto -, seppure riconoscono i diritti, poi non li finanziano e non li fanno funzionare”.

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