Sotto sfratto il centro sociale dei murales, simbolo dell’altra Scampia

Trattativa per la regolarizzazione tra l’Istituto autonomo case popolari, gli attivisti e il Comune. Lo spazio è attivo dal 1981

Trattativa per la regolarizzazione tra l’Istituto autonomo case popolari, gli attivisti e il Comune. Lo spazio è attivo dal 1981

NAPOLI. Niente cineforum al Gridas di Scampia, il centro sociale fondato nel 1981 da Felice Pignataro, «il più prolifico muralista del mondo» secondo il critico Ernst H. Gombrich, ma assemblea di quartiere. Un pezzo di storia della città è sotto sfratto, lo Iacp a giugno ha mandato un’ingiunzione, 15 giorni per raccogliere libri, giornali, riviste, staccare l’intonaco con i murales frutto del lavoro di un’intera comunità che da trent’anni si riconosce in un comune percorso artistico ed educativo, trasferire l’attività altrove. Da allora è iniziata la lotta per avere assegnata la struttura in via definitiva. A ottobre, dopo mesi di silenzio, l’Istituto autonomo case popolari si è presentato per un incontro con gli attivisti, il comune di Napoli a fare da mediatore. «È venuto fuori che l’edificio non è nemmeno accatastato – spiega Martina, figlia di Felice Pignataro – Prima non rispondono per mesi, adesso provano a usare il Gridas per convincere Palazzo San Giacomo a rilevare l’intero edificio, inclusi dei negozi, una polisportiva, il terreno accanto dove c’era un piano bar gestito dalla camorra e una scuola di cui non hanno il contratto di affitto, questo per raccontare che gestione accorta hanno delle loro proprietà. Addirittura vorrebbero infilare nello scambio la conversione di permessi a costruire, avuti dal Comune, in diritti di proprietà». Un atteggiamento arrogante che non è piaciuto, ma la determinazione a proseguire il percorso ha pagato, convincendo lo Iacp a intraprendere la via della regolarizzazione del centro, attraverso Palazzo San Giacomo. Se le Vele sono un tratto distintivo di Scampia, lo sono di più i murales di Felice Pignataro, i carnevale di quartiere, i laboratori di creatività manuale: «Le Vele devono andare giù – è il commento di Martina – per lasciare spazio a nuovi programmi, anche perché il progetto originale è stato immediatamente tradito, lasciarne anche solo una non servirebbe a rendere omaggio all’ideatore. Negli anni il comune ci ha coinvolto tante volte, abbiamo fatto numerose pianificazioni dal basso ma non ci sono mai stati a sentire davvero. Abbiamo proposto di prolungare il progetto Metro dell’arte fino alla fermata Piscinola-Secondigliano, installando immagini delle creazioni di mio padre e le locandine dei carnevale di Scampia, stiamo ancora aspettando i prospetti». Funziona invece a pieno ritmo la produzione dal basso Sulle tracce di Felice Pignataro (Marotta&Cafiero editori) di Francesco Di Martino e del Gridas: 220 co-produttori hanno preacquistato le copie del libro, che è in fase di stampa, a cui si accompagnerà il dvd Felice! di Matteo Antonelli e Rosaria Désirée Klain curato da Emanuele Vernillo. Il ricavato delle ulteriori copie vendute servirà a sostenere le attività del Gridas, di Nomadica-Festival del Cinema e delle Arti e di Vodisca Teatro. Presentazione ufficiale prevista proprio al Gridas il 12 novembre, in un intero pomeriggio dedicato alle produzioni dal basso. Info www.felicepignataro.org/tracce.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password