Scorie e super-stipendi, le uova d’oro della Sogin

NUKE Chi è il nuovo Ad nominato da Tremonti

Tremonti ha nominato il nuovo Cda della società  Sogin che deve smantellare i vecchi impianti nucleari: l’amministratore delegato è Giuseppe Nucci, un ex manager Enel la cui unica esperienza come Ad è stata la guida dell’azienda del gruppo che si occupava di illuminazione pubblica. 

NUKE Chi è il nuovo Ad nominato da Tremonti

Tremonti ha nominato il nuovo Cda della società  Sogin che deve smantellare i vecchi impianti nucleari: l’amministratore delegato è Giuseppe Nucci, un ex manager Enel la cui unica esperienza come Ad è stata la guida dell’azienda del gruppo che si occupava di illuminazione pubblica.  La Sogin, che ha il compito di smantellare il vecchio nucleare italiano ereditato dall’avventura atomica degli anni ’70, ha una nuova dirigenza, dopo più di un anno di commissariamento voluto dalla Lega perché l’azienda non aveva adempiuto al suo compito (l’80% delle scorie radioattive è stoccato al nord).
Nucci, oltre ad aver già ricoperto questo ruolo tra il 2005 ed il 2006, è stato anche uno dei tre commissari. A lui è affidato il compito di sistemare i conti della società che dovrà smantellare i vecchi impianti e accompagnare la rinascita atomica italiana.
Ma chi è Nucci, l’uomo al quale Tremonti ha affidato una delle più importanti realtà nucleari italiane? Dal curriculum a suo tempo pubblicato sul sito della Sogin risulta che Nucci è stato responsabile qualità dei veicoli industriali Fiat (1979 – 1985), poi direttore della filiale di Roma della Tecnomasio-Brown Boveri (1985-1989) – un’azienda che all’epoca realizzava locomotori ferroviari – e che l’unica esperienza di amministratore l’ha avuto quando è approdato in Enel (1999) dirigendo Enel So.le, operante, dice il curriculum, «nel settore dell’illuminazione pubblica e artistica». 
La stagione di Nucci in Sogin dura poco, un anno e tre mesi, e non incide sul programma di smantellamento che rimane pressoché fermo. Si fa notare però per la sua intraprendenza. In un intervista a Il Sole 24 Ore del 24 febbraio 2006 dichiara che un deposito per le scorie ci vuole e che il sito geologico a Scanzano rimane una buona idea. Apriti cielo! Il giornale riceve una lettera del presidente della regione Basilicata, Filippo Bubbico, e numerose mail di protesta. La lettera di Bubbico viene pubblicata il giorno dopo e subito Nucci dice che di Scanzano… ha parlato il giornalista, non lui. 
L’era Nucci finisce comunque nel dicembre 2006 quando il governo di centrosinistra per contenerne le spese decide di ridurre a soli tre elementi i consigli direttivi delle aziende pubbliche. Questo comporta la decadenza anche del consiglio direttivo di Sogin, che constava di ben 9 membri.
Anche se Nucci perde il posto, la buonuscita che ottiene è considerevole: più di un milione di euro. Il compenso più alto mai ricevuto da un dirigente nei 10 anni di vita della società. Questo perché, appena diventato Ad, il Cda decise di affidargli anche un incarico dirigenziale con una remunerazione annuale fissa di 230.000 euro e una variabile, a seconda degli obiettivi raggiunti, di 70.000 euro. Un compenso che sarà corrisposto per tutta la durata dell’incarico, tre anni, così da premiare, dice la delibera, l’impegno dell’amministratore a non dimettersi prima della scadenza del mandato! E se per qualunque motivo l’azionista di riferimento, il governo per capirci, lo avesse licenziato, gli sarebbe stata comunque corrisposta, a titolo di indennità compensativa e risarcitoria, una cifra pari ad un triennio dei compensi complessivamente goduti. In ogni modo quei soldi li avrebbe presi.
A gennaio del 2007, dopo 15 mesi di lavoro, Nucci perde il posto ritrovandosi però con una «liquidazione» di ben 1.440.000 euro (250 come Ad e 230 come dirigente… tutto moltiplicato per tre).
Interessante ricordare cosa disse il deputato leghista Stefano Allasia presentando l’emendamento che commissariava quella società. «L’amministratore delegato, nell’anno in corso, ha creato ex novo la funzione di direttore generale della società, facendosi nominare per questa funzione dell’attuale Consiglio di amministrazione, pur in assenza di un’esperienza specifica nel settore nucleare, nonché di titolo di studio universitario, e ciò al solo fine di ottenere, in modo surrettizio, un congruo aumento di stipendio (quasi un milione di euro). L’intervento tempestivo della Corte dei conti ha minato questa indecente operazione di appropriazione indebita». Il riferimento era a Massimo Romano, l’ultimo Ad di Sogin sostituito da Giuseppe Nucci.

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