In 40 mila in piazza: "Stop alla speculazione e salari più alti"   

In Corea ci sarà  l'ok alle nuove regole della finanza scritte dal Fsb del governatore Draghi

ROMA - In 40 mila protestano a Seul contro il summit del G20 che da giovedì riunirà  nella capitale sudcoreana i Grandi della terra. Sfilano per chiedere «salari minimi più alti e lotta alla disoccupazione»: 8 mila agenti in tenuta anti-sommossa ricorrono agli spray urticanti per mantenere l'ordine. Ci sono i primi scontri. ">

Scontri e proteste a Seul contro il G20


In 40 mila in piazza: “Stop alla speculazione e salari più alti”   

In Corea ci sarà  l’ok alle nuove regole della finanza scritte dal Fsb del governatore Draghi

ROMA – In 40 mila protestano a Seul contro il summit del G20 che da giovedì riunirà  nella capitale sudcoreana i Grandi della terra. Sfilano per chiedere «salari minimi più alti e lotta alla disoccupazione»: 8 mila agenti in tenuta anti-sommossa ricorrono agli spray urticanti per mantenere l’ordine. Ci sono i primi scontri.


In 40 mila in piazza: “Stop alla speculazione e salari più alti”   

In Corea ci sarà  l’ok alle nuove regole della finanza scritte dal Fsb del governatore Draghi

ROMA – In 40 mila protestano a Seul contro il summit del G20 che da giovedì riunirà  nella capitale sudcoreana i Grandi della terra. Sfilano per chiedere «salari minimi più alti e lotta alla disoccupazione»: 8 mila agenti in tenuta anti-sommossa ricorrono agli spray urticanti per mantenere l’ordine. Ci sono i primi scontri. I poliziotti sono destinati a diventare 50 mila quando arriveranno i capi di stato e di governo dei paesi che contano: ci saranno Obama, Merkel, Sarkozy, Berlusconi ma anche i leader delle nazioni emergenti, le uniche che oggi trainano l´economia scossa dalla crisi e dunque la sua «ripresa», definita dallo stesso G20 «fragile» e «disuguale». A loro è stato appena concesso di entrare nella stanza dei bottoni del Fmi, per la prima volta in 65 anni. La Cina sarà il terzo azionista, dopo Usa e Giappone, scavalcando Germania, Francia e Gran Bretagna; India, Brasile e Russia figurano nella top ten. Sono le nuove «locomotive»: il G20 finanziario di Gyeongju, un mese fa, ha stabilito che non si poteva non coinvolgerle nelle scelte decisionali. Specie se spronate ad assumersi responsabilità e impegni, non ultimi quelli per frenare la guerra delle monete tra Usa e Cina. «Andrò a battermi» annuncia il brasiliano Lula, atteso con la neo-eletta Dilma Rousseff, che non ha gradito la nuova mossa della Fed. Come la Ue, del resto: in una lettera ai colleghi, il presidente Barroso auspica da Seul «cooperazione» e «un´azione collettiva» per la ripresa.
La rivoluzione del Fmi è solo uno dei punti dell´agenda, ma nevralgico visto che i ministri del G20 hanno già detto che proprio il Fondo dovrà creare speciali «indicatori» per far suonare l´allarme quando gli squilibri globali si allargano, con rischi per i cambi e per la ripresa. Questi indicatori sono il frutto di un delicato compresso tra gli Usa, decisi a porre un tetto ai surplus commerciali e i no di Cina, Germania, Giappone e Brasile. Ora serve l´avallo dei big su questo punto come sull´impegno a «evitare svalutazioni competitive» e «a lasciare al mercato la determinazione dei tassi di cambio». Ci sarà anche l´ok alle nuove regole della finanza scritte dal Fsb del governatore Mario Draghi, riviste ancora ieri a Basilea. Ovvero: più forti requisiti patrimoniali delle banche e più vigilanza; paletti alle agenzie di rating e agli istituti «sistemici», troppo grandi per fallire. 
Nell´attesa, Seul si blinda. Da giorni la polizia ispeziona tutta la posta e i pacchi in consegna al Coex, il centro congressi che ospiterà il G20. Sono previste manifestazioni di protesta a ritmo quotidiano.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password