Giovanardi al Museo per la memoria di Ustica
Il sottosegretario ha parlato dal palazzo della Prefettura di Bologna - "a nome del governo". Secondo l'esponente dell'esecutivo il Dc9 Itavia precipitato al largo dell'isola siciliana non cadde per una battaglia missilistica ma per un'esplosione. La rabbia e lo sconforto dei famigliari delle vittime. Veltroni: "Provocazione, chieda scusa" ">

“Ustica fu davvero una bomba”, la verità  di Giovanardi

"Niente più depliant al Museo di Ustica" Bonfietti: "Un favore a Giovanardi"

"Ustica fu davvero una bomba" la verità  di Giovanardi  Giovanardi al Museo per la memoria di Ustica

Il sottosegretario ha parlato dal palazzo della Prefettura di Bologna – “a nome del governo”. Secondo l’esponente dell’esecutivo il Dc9 Itavia precipitato al largo dell’isola siciliana non cadde per una battaglia missilistica ma per un’esplosione. La rabbia e lo sconforto dei famigliari delle vittime. Veltroni: “Provocazione, chieda scusa”

"Ustica fu davvero una bomba" la verità  di Giovanardi  Giovanardi al Museo per la memoria di Ustica

Il sottosegretario ha parlato dal palazzo della Prefettura di Bologna – “a nome del governo”. Secondo l’esponente dell’esecutivo il Dc9 Itavia precipitato al largo dell’isola siciliana non cadde per una battaglia missilistica ma per un’esplosione. La rabbia e lo sconforto dei famigliari delle vittime. Veltroni: “Provocazione, chieda scusa”

Non retrocede di un centimetro. “Ustica, fu una bomba”, ripete il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi. A giugno, a due giorni dal trentennale della strage, lo disse ai microfoni di radio Anch’io, in un’accesa discussione con il giudice Rosario Priore. Lo ha ripetuto oggi a Bologna, nel palazzo della Prefettura, sollevando le ire dell’associazione famigliari delle vittime.

FOTO Giovanardi al Museo di Ustica
USTICA lo speciale di Repubblica

Tarda serata del 27 giugno 1980, il Dc9 Itavia partito dal Marconi per Palermo sparisce dai radar: verrà trovato sul fondale del mare attorno all’isola siciliana; sono 81 le vittime. Quella sera nei cieli di Ustica, ha spiegato Giovanardi, citando ”tutta la documentazione Nato”, non ci fu battaglia aerea. ”Aerei in volo a quell’ora nelle vicinanze del Dc9 non ce ne sono. Sono a 500 chilometri, o nella zona ma tre ore dopo”. Al suo fianco Aurelio Misiti, del collegio che svolse, dal ’90 al ’94, la perizia sulla carlinga. Misiti ha spiegato che ”per un anno abbiamo cercato il missile, ma non siamo riusciti a trovare evidenze”. La conclusione fu che la causa dell’esplosione ”fu uno scoppio all’altezza della toilette”.

A supporto della tesi ha detto, per esempio, che i missili a guida radar esplodono a 10-30 metri dall’obiettivo investendolo con schegge, mentre la carlinga recuperata (e che grazie a una battaglia dell’associazione famigliari delle vittime è stata rimontata a Pratica di Mare e poi trasportata ed esposta a Bologna, al Museo per la memoria di Ustica, con un allestimento firmato da Christian Boltanski) non ne porta traccia. Per Misiti inoltre i tracciati Nato hanno dimostrato che ”non c’é il presupposto base per la ‘quasi collisione’: non ci sono aerei vicini”. Sulla completezza dei dati non ha dubbi: ”erano segreti Nato, non li ha mai toccati nessuno”.

Giovanardi ha precisato di parlare a nome del Governo. E dunque è inutile l’inchiesta aperta a Roma, visto che parte dal presupposto di una battaglia aerea e che il Governo ha firmato le rogatorie internazionali? ”Francesi e americani ci hanno risposto decine di volte, ci sono anche lettere personali di Clinton e Chirac che dicono ‘noi non c’entriamo nulla”. Ma, ha aggiunto, ”il ministro Frattini se lo chiede l’autorità giudiziaria ha l’obbligo di firmare”. Si tratta però di un’indagine nata da dichiarazioni di Cossiga smentite da Cossiga stesso.

Giovanardi torna anche sulla sentenza passata in giudicato firmata dal giudice Priore. ”E’ un atto che assolve qualcuno e rinvia a giudizio altri poi assolti – ha detto Giovanardi – non potevano essere colpevoli di aver depistato su una battaglia che non c’é stata”.

In sala anche alcuni parenti di vittime, tra cui i fratelli Lachina di Montegrotto (Padova) che persero, appena ragazzi, i genitori. ”E’ una vergogna, siamo stanchi. A chi devo credere in questa Italia? A Priore o a lei o a Cossiga?” ha chiesto amareggiata Elisabetta a Giovanardi. ”Si fa presto ad infangare il lavoro di un bravo magistrato…”, ha detto più tardi uscendo dal museo dove sono conservati i resti dell’aereo. ”Carlo Giovanardi invece di proporci vecchie ipotesi già smentite ci faccia i nomi o se non li conosce stia zitto”, è lo sfogo di Roberto Superchi, che nell’inabissamento dell’aereo ha perso una figlia di undici anni.

Bonfietti: “Mente sapendo di mentire”. La presidente dell’associazione famigliari delle vittime, Daria Bonfietti, sintetizza così tutta la sua amarezza: “‘Queste sono menzogne, Giovanardi mente sapendo di mentire”. ”E’ dal 99 – prosegue Bonfietti, ai microfoni di CnrMedia – che il giudice Rosario Priore ha concluso, con la sua sentenza ordinanza, sulle cause dicendo che il DC9 é stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea”.

Veltroni: “Giovanardi chieda scusa”. L’ex presidente del Consiglio ed esponente Pd Walter Veltroni attacca duramente l’iniziativa di Giovanardi. “E’ davvero gravissimo che Giovanardi, ministro della Repubblica, continui nella sua incessante azione di depistaggio lungo la strada della completa verità e giustizia per una strage in cui persero la vita 81 persone”. Il sottosegretario, prosegue una nota di Veltroni, “non solo oggi ha compiuto un ennesimo atto di inquinamento politico ma lo ha fatto anche dopo aver visitato il Museo della Memoria, luogo che tiene vivo il dolore e il ricordo di quella tragedia, compiendo un gesto che davvero ha il sapore di una inaccettabile provocazione soprattutto nei confronti di tutti i familiari delle vittime. Ormai è noto che quella notte nei cieli sopra Ustica si svolse un’azione internazionale di guerra. E sono molti gli attori che dovrebbero contribuire all’accertamento di ogni particolare. In questo senso è necessario che il governo italiano compia tutti i passi utili non solo in sede Nato ma anche nei confronti del governo libico”.

La speranza di verità di tutto il Paese era stata del resto pienamente interpretata solo pochi mesi fa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, in occasione del Giorno della Memoria, aveva richiamato per la tragedia di Ustica “intrecci eversivi e anche intrighi internazionali che non possiamo non richiamare, insieme con opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato, ed inefficienze di apparati e di interventi deputati all’accertamento della verità. “Di fronte alle parole del Capo dello Stato, credo che Giovanardi dovrebbe come minimo chiedere scusa ai familiari delle vittime di Ustica”.

Il Pd locale: “A nome di chi parla?”. Stefano Bonaccini e Raffaele Donini, rispettivamente segretari regionale e provinciale del Pd si uniscono al coro di proteste contro il sottosegretario Giovanardi. ”A nome di chi parla?”, si chide Bonaccini. “Se parla a nome del Governo, come ha dichiarato, come può il Governo contraddire le sentenze della magistratura, la quale recentemente a Roma ha aperto una nuova inchiesta?”. Per il suo omologo bolognese, Raffaele Donini, la parole di Giovanardi ”sono l’ennesimo grave tentativo della destra di riscrivere la storia”

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