“Segreto di Stato, sì all’apertura degli archivi”

D’Alema: il Copasir si impegnerà . Spiraglio di Maroni. L’appello a quota 25mila firme

D’Alema: il Copasir si impegnerà . Spiraglio di Maroni. L’appello a quota 25mila firme

ROMA – Aprire gli archivi per «far luce su importanti episodi della nostra storia». Il presidente del Copasir, Massimo D´Alema «assicura il suo impegno» ai firmatari dell´appello per togliere il segreto di Stato al quale hanno aderito oltre 25 mila persone e un partito, l´Italia dei valori. Quindi sottolinea sia «l´infondatezza del segreto di Stato posto dal governo Berlusconi sulle vicende di via Nazionale e Telecom-Pirelli». Sia l´impossibilità del Comitato di riferirlo al Parlamento non avendo trovato «la maggioranza necessaria».
Sull´appello proposto da una sessantina di intellettuali e da tutte le associazioni “vittime delle stragi” (convocate al Copasir il prossimo primo dicembre), è intervenuto anche il ministro dell´Interno che ha precisato di essere sempre «schierato per la totale trasparenza». «Se si vuole – ha spiegato Roberto Maroni – la legge può essere cambiata. Però la norma va rispettata perché è fatta nello stesso modo in tutti i Paesi del mondo non per coprire le indagini o qualcuno, ma per ragioni di sicurezza nazionale».
D´Alema ha sottolineato che «il Copasir ha espresso la propria contrarietà a qualsiasi prolungamento del segreto di Stato al di là dei 30 anni stabiliti dalla legge. Una volta venuto meno il segreto di Stato, quindi, non può essere opposta alla magistratura alcuna forma di sbarramento all´accesso ai documenti». «Al tempo stesso – ha aggiunto – il Comitato ha espresso chiaramente la propria contrarietà alla utilizzazione delle classifiche di segretezza per ostacolare l´accesso ai documenti da parte di familiari delle vittime delle stragi, studiosi e opinione pubblica». «Una costante azione di sollecitazione – ha detto ancora D´Alema – è stata svolta nei confronti sia del governo che dei responsabili dell´intelligence affinché sia data attuazione alle norme della legge 124 che riguardano il riordino degli archivi e l´accesso ai documenti che vi sono conservati».
Si parla tanto di segreto di Stato, ma a oggi non si sa con certezza quante volte dal Dopoguerra è stato posto. Per questo D´Alema ha annunciato la richiesta del «Copasir affinché sia reso pubblico l´elenco delle vicende nascoste ancora all´opinione pubblica». «E ciò – ha aggiunto – è nell´interesse degli stessi servizi, in quanto contribuirebbe a valorizzare le loro attività contro le minacce interne ed esterne del terrorismo. Si sgombrerebbe così il campo dai sospetti, consentendo alla magistratura di accertare, ove possibile, le effettive responsabilità di eventuali deviazioni». Critico Ettore Rosato, componente pd del Copasir, a proposito del segreto di Stato posto dal governo Berlusconi nei casi dossier Telecom, covo ex Sismi di via Nazionale e sequestro Abu Omar.
«L´appello – ha commentato Rosato – ha una grande importanza per declassificare una serie infinita di documenti, ha un grande valore morale ed è di grande attualità perché nascondendo il passato non costruiamo il futuro delle nuove generazioni». «Ma bisognerebbe parlare anche del vero scandalo, l´abuso del segreto di Stato fatto da Berlusconi. È inutile parlare di rimuovere i vincoli da vicende di 30 anni fa se poi si continua a mettere il segreto di Stato su fatti dove non c´è alcun interesse generale. Così, come fatto da Berlusconi nei più recenti casi giudiziari, si abusa di questo strumento contro la magistratura e contro la trasparenza che in questo momento ci vuole».

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