Muore uno degli operai ustionati all’Eureco

È morto, dopo nove giorni di agonia, Sergio Scapolan, 63 anni, uno dei sei operai rimasti feriti nell’esplosione del 4 novembre scorso avvenuta nella fabbrica chimica Eureco di Paderno Dugnano, nell’hinterland di Milano. Con ustioni sul 90% del corpo era stato trasportato giovedì all’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena di Genova dove è sempre stato tenuto in coma farmacologico. Restano ancora gravi gli altri operai rimasti coinvolti nell’esplosione del capannone dell’azienda per lo smaltimento di rifiuti industriali.

È morto, dopo nove giorni di agonia, Sergio Scapolan, 63 anni, uno dei sei operai rimasti feriti nell’esplosione del 4 novembre scorso avvenuta nella fabbrica chimica Eureco di Paderno Dugnano, nell’hinterland di Milano. Con ustioni sul 90% del corpo era stato trasportato giovedì all’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena di Genova dove è sempre stato tenuto in coma farmacologico. Restano ancora gravi gli altri operai rimasti coinvolti nell’esplosione del capannone dell’azienda per lo smaltimento di rifiuti industriali. Lotta per la vita Salvatore Catalano, ricoverato in coma farmacologico al Centro grandi ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano, all’Eureco faceva il custode, avrebbe dovuto sposarsi il 20 novembre all’età di 52 anni, matrimonio per il quale la moglie sta aspramente combattendo. E Leonard Shepu, di soli 37 anni, ricoverato nell’ospedale di Torino, anche la sua vita resta appesa a un filo. 
Ora per Giovanni Merlino, il titolare dell’impianto di smaltimento rifiuti pericolosi, l’accusa diventa di omicidio colposo. Nel registro degli indagati della Procura di Monza è stato iscritto anche il responsabile della cooperativa per la quale lavoravano i sei operai feriti nell’esplosione: si tratta di un’iscrizione tecnica per consentire l’effettuazione delle indagini relative al rogo. Gli inquirenti stanno lavorando attorno ai minuti che precedono lo scoppio delle 14.57 di quel giovedì, quando si è scatenato l’inferno. Dai primi elementi è emerso che dietro ai cancelli dell’azienda si lavorasse sorvolando sulle norme antinfortunistica. Con i dispositivi di sicurezza ridotti all’osso per aumentare i margini di guadagno.

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