L’assedio del Senato

La protesta contro il ddl Gelmini, accompagnata da lanci di uova, arriva fino al portone del Senato. «Un atto contro la democrazia», grida il governo. Ma la rabbia di studenti e ricercatori esplode in tutto il paese. Sui tetti delle facoltà  occupate, nei binari e persino negli aeroporti

La protesta contro il ddl Gelmini, accompagnata da lanci di uova, arriva fino al portone del Senato. «Un atto contro la democrazia», grida il governo. Ma la rabbia di studenti e ricercatori esplode in tutto il paese. Sui tetti delle facoltà  occupate, nei binari e persino negli aeroporti

ROMA. Avere vent’anni in Italia significa portare l’intelligenza nelle strade. In un paese ossessionato dalle apocalissi quotidiane del precariato e dal cinismo delle classi dirigenti, ostaggio di una politica che balla sull’abisso – come dimostra la discussione sulla riforma universitaria in corso alla Camera in queste ore – gli studenti hanno gettato le basi per una nuova democrazia.
In queste ore molti continueranno a soffermarsi sul blitz al Senato improvvisato dal corteo romano degli studenti, tacciandolo di «vile aggressione» (il presidente del Senato Schifani) e di «atto di violenza» (quello della Camera Fini). Le agenzie riportano la notizia del ferimento di otto carabinieri e l’arresto di due giovani studenti, 27 quelli denunciati. In ordine sparso, Capezzone, Cicchitto e Gasparri hanno subito azionato il volano delle iperboli retoriche per condannare un atto «contro la democrazia». Sono arrivate le distinzioni da parte dell’opposizione: siamo con gli studenti, non con i violenti. Prima di pronunciare analisi e giudizi, converrebbe consultare la copiosa quantità di materiale video presente online.
Tremila persone in Corso Rinascimento che premono sul portone d’ingresso di palazzo Madama, cercando di impedire la chiusura della porta, mentre i funzionari del Senato cercano di evitare l’ingresso nell’atrio. «Evitiamo di cadere in demagogie e strumentalizzazioni – afferma Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil – consiglio a tutti di mantenere la calma. Questo movimento è in crescita e, se il governo non si ferma, continuerà a rafforzarsi».
I documenti registrati dimostrano che la pressione – accompagnata da lanci di uova, ma è successo annche a Pisa contro una sede del Pdl – è venuta meno in una manciata di minuti, dopo i quali il corteo ha continuato verso piazza Venezia, palazzo Grazioli e via dell’Umiltà dove è stato nuovamente fermato dalle forze di polizia a protezione della sede del Popolo delle Libertà. Il corteo è rimasto sempre compatto. Per tutti i testimoni oculari è difficile pensare ad una spaccatura come quella evocata nelle reazioni allarmate della maggioranza.
L’aria gioiosa che circolava tra gli studenti dimostra al contrario che in questo paese ci sono finalmente giovani adulti consapevoli e liberi che non hanno paura di parlare del proprio futuro o di denunciarne il furto. Certo, sono volate alcune manganellate in via dell’Umiltà che hanno colpito ragazzi e, quasi certamente, una ragazza. Le prime file indossavano i caschi e gli scudi. La recente memoria delle manifestazioni dovrebbe però consigliare una maggiore prudenza nel giudizio. È noto infatti che questi sono atteggiamenti difensivi, scelti per evitare il peggio. Nel frattempo, l’assemblea delle facoltà occupate della Sapienza chiedono il rilascio degli arrestati. Stamattina a piazzale Clodio ci sarà un presidio.
L’occupazione di un aeroporto e di una stazione a Pisa, le occupazioni delle facoltà; i ricercatori di Sassari, Trieste e Perugia sui tetti come quelli torinesi e romani, raccontano un’altra realtà. Il senso del giorno degli studenti non può essere ridotto alla triste, e ripetitiva, scenografia preventiva di scontri che non ci sono stati. Quella a cui stiamo assistendo è, invece, una difesa radicale della democrazia.
Tra le generazioni innanzitutto perché, quando sarà approvata, la riforma Gelmini reciderà ancora di più il filo interrotto della trasmissione dei saperi, delle passioni e delle memorie che di solito avviene nella didattica universitaria, per non parlare del lavoro di ricerca il cui fondamento risiede proprio in tale trasmissione. Ma anche difesa di un’altra idea di università e quindi di istituzione democratica. La richiesta del movimento è quella di un «contratto pre-ruolo» che, al contrario di quanto fa il Ddl Gelmini, unifica le figure precarie presenti nella ricerca garantendogli contributi e assicurazione. C’è poi, da parte dei ricercatori e dei professori associati, la richiesta dell’istituzione di un «ruolo unico» della docenza articolato su varie fasce stipendiali. Una regola che permetterebbe la creazione di una reale democrazia nelle università italiane. E, infine, un generale piano di rilancio della ricerca e dello stato sociale. In serata arriva la notizia dell’occupazione del rettorato di Roma Tre.
A riprova del crescente consenso del movimento, riportiamo un episodio accaduto ieri mattina nelle vicinanze della facoltà di architettura in piazza Borghese a Roma, sul cui tetto i ricercatori della rete 29 aprile protestano ad oltranza. In attesa del segretario Pd Bersani, che ha promesso di «abrogare la legge Gelmini» e di riscriverne un’altra con i ricercatori, un misterioso lettore de Il manifesto che dovrebbe lavorare per lo Stato (forse si occupa della gestione dei beni confiscati alla mafia) ha offerto colazione, pranzo e cena ai ricercatori. Preparando le vettovaglie, il barista ha tenuto a scrivere un biglietto: «Il quartiere è con voi». Una sorpresa, visto che Spagna-Borghese è abitata da principi, turisti e parlamentari. All’uscita del bar ha poi voluto precisare: «Dite a tutti i ragazzi che sono saliti sui tetti che il popolo di Roma è con loro».

Da Torino a Pisa e a Palermo
bloccari binari e aereoporti

La protesta più clamorosa è andata in onda ieri a Pisa, dove studenti e ricercatori, dopo avere occupato i ponti sull’Arno paralizzando il traffico nel centro cittadino, si sono diretti all’aeroporto Galileo Galilei, e hanno occupato i piazzali adiacenti alle piste. A Pisa sono sette le facoltà occupate.
Sul tetto di palazzo Nuovo, nonostante le temperature, quella di ieri è stata la seconda notte all’adiaccio per gli studenti e i ricercatori torinesi. «La protesta – annunciano – andrà avanti a oltranza». A Padova è stata occupata la stazione dei treni. Ci sono state cariche e scontri tra polizia e manifestanti.
A Firenze, è andata in onda una flash mob: una lunga catena umana per circondare, in un simbolico abbraccio, il rettorato dell’Università. Anche a Siena i manifestanti hanno occupato i binari della stazione. A Perugia e a Salerno studenti e ricercatori sono saliti sui tetti. Mentre a Palermo, sono 16 le scuole occupate.

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