Immigrati a punti, Arci e Acli bocciano l’idea leghista dei 75

Le associazioni che lavorano con gli immigrati bocciano senza appello l’idea di immigrazione a punti che è diventata la proposta del partito democratico. Il Pd lo ha scoperto ieri avendo convocato a Roma il suo forum per l’immigrazione, dove i rappresentanti delle Acli e dell’Arci hanno smontato l’idea dei democratici.

Le associazioni che lavorano con gli immigrati bocciano senza appello l’idea di immigrazione a punti che è diventata la proposta del partito democratico. Il Pd lo ha scoperto ieri avendo convocato a Roma il suo forum per l’immigrazione, dove i rappresentanti delle Acli e dell’Arci hanno smontato l’idea dei democratici. Idea che porta la firma di Walter Veltroni e dei suoi 75 che all’assemblea di Busto Arsizio aveva inteso dare una scossa alle posizioni più tradizionali del Pd. Scossa andata a segno senza problemi perché, come fece notare Livia Turco in quella assemblea, l’immigrazione a punti era già tra le opzioni previste dal documento ufficiale del partito. Ma ieri, alla prima uscita pubblica, quell’impostazione ha raccolto solo critiche.
Secondo il rappresentante delle Acli non è chiaro chi dovrebbe stabilire i criteri in base ai quali premiare gli immigrati. Con il risultato, ha detto il demografo Massimo Livi Bacci che pure è favorevole all’impostazione premiale, di aprire le porte a operazioni «discriminatorie». Più che probabili, ha spiegato il rappresentante dell’Arci Filippo Miraglia, soprattutto nel momento in cui governa la destra. Per non parlare delle difficoltà pratiche che un sistema del genere si porta dietro. Perplessità condivise, peraltro, dal responsabile del forum del Pd Marco Paciotti: «Per esempio – ha detto – in Canada hanno puntato tutto sul livello di istruzione degli immigrati dando un punteggio alto a questo aspetto. Il risultato è che ora lì è pieno di ingegneri indiani ma che fanno i taxisti».
Livia Turco ha invece rivendicato la scelta, aggiungendo che il Pd non deve provare imbarazzo a legare (come già fa la legge Bossi-Fini) l’immigrazione al lavoro. Nella percezione pubblica – ha spiegato Turco – gli immigrati vengono accettati in quanto vengono a lavorare in Italia e dunque il Pd «non deve temere» di far passare il concetto di «immigrazione utile». Contrarissime le Acli, che hanno dovuto ricordare come gli immigrati non siano soltanto lavoratori ma innanzitutto cittadini che godono di diritti, alcuni dei quali inalienabili. Il principale sponsor dell’immigrazione a punti, Veltroni, non si è fatto vedere al forum. E come lui neanche qualcun altro dei suoi 75.

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