Fallisce la mediazione leghista Fini insiste: Berlusconi si dimetta

Il premier: Fli mi sfiduci. Bossi: l’Udc via, al mare

ROMA – Quaranta minuti. Tanto è durato l’incontro alla Camera tra Fini e il vertice della Lega con Bossi, Maroni e Calderoli. Pochi per una mediazione concreta. Abbastanza per certificare che la crisi è a un passo. Anche se all’uscita dal vertice il Senatur ha descritto una situazione ancora aperta: «Gianfranco è possibilista», le parole di Fini: «Umberto la fa troppo semplice», mantengono ferma la condizione già  espressa domenica scorsa a Bastia Umbra: Berlusconi si deve dimettere, poi si vede.

Il premier: Fli mi sfiduci. Bossi: l’Udc via, al mare

ROMA – Quaranta minuti. Tanto è durato l’incontro alla Camera tra Fini e il vertice della Lega con Bossi, Maroni e Calderoli. Pochi per una mediazione concreta. Abbastanza per certificare che la crisi è a un passo. Anche se all’uscita dal vertice il Senatur ha descritto una situazione ancora aperta: «Gianfranco è possibilista», le parole di Fini: «Umberto la fa troppo semplice», mantengono ferma la condizione già  espressa domenica scorsa a Bastia Umbra: Berlusconi si deve dimettere, poi si vede. In una giornata nervosa in cui si sono rincorse voci su possibili governi tecnici presieduti dal Governatore della Banca d´Italia Draghi o di transizione con a capo Tremonti, un secco comunicato del Pdl taglia corto su qualsiasi ipotesi di governi alternativi: «Se cade Berlusconi si va alle urne». E a Seul per il G20, il presidente del consiglio ha sfidato ancora una volta il presidente della Camera: «Io non ho nessuna intenzione di dimettermi. Se Fini vuole, mi dovrà sfiduciare in Parlamento, alla luce del sole e davanti agli italiani». Un chiaro avvertimento che in campagna elettorale il Cavaliere metterà nel mirino Fini come responsabile della caduta del governo di centrodestra. L´altolà del Pdl – concordato al telefono con Berlusconi a Seul – chiude una giornata che era cominciata con l´atteso incontro tra Fini e Bossi. Prima però c´era stata la smentita del capogruppo del Pdl Cicchitto alla frase detta il giorno prima dal sottosegretario Letta, secondo cui il governo non sarebbe durato. Un modo – quello di Cicchitto – per compattare il Pdl sulla linea di intransigente difesa di Berlusconi e del suo attuale governo. Accompagnato dal monito del presidente del Senato Schifani: «Mi auguro che al più presto si esca da questa situazione di incertezza. Il paese ha bisogno di sicurezze e i cittadini hanno bisogno di piena e stabile governabilità». Eppure, dopo i quaranta minuti di incontro con Fini, Bossi lasciava aperta la porta a scenari diversi, in pratica la disponibilità di dimissioni di Berlusconi a condizione di un reincarico certo. «Io sono fedele a Berlusconi, non sono disponibile a nessuna alternativa se lui non è d´accordo», è la premessa del Senatur che poi aggiunge: «E´ meglio una crisi pilotata che una crisi al buio». E su questo Fini è d´accordo? «Abbastanza». E Berlusconi accetterebbe di dimettersi se avesse la garanzia di un reincarico? «Altre volte è avvenuto così. Il presidente del consiglio è andato dal presidente della Repubblica per avere il reincarico». E Fini accetterebbe Berlusconi di nuovo a Palazzo Chigi? «Sì, Fini non ce l´ha con Berlusconi». Ma – almeno in pubblico – Bossi esclude l´allargamento all´Udc di Casini anche in un ipotetico Berlusconi bis: l´Udc, sentenzia Bossi accompagnando le parole con il gesto della mano, «può andare al mare». «Al mare ci vada Bossi, magari ad Antigua», gli risponde per le rime il segretario dell´Udc Cesa. Il film dell´incontro, come lo raccontano Fini e i suoi, è però molto diverso dalla versione di Bossi. «Le cose sono molto più complicate di come le presenta Bossi», ha sintetizzato il presidente della Camera con i parlamentari del Fli. «Non si è risolto nulla» è il commento lapidario del vicecapogruppo Conte, mentre il capogruppo alla Camera di Fli, Italo Bocchino, oltre ad annunciare che il Fli voterà la Finanziaria presentando dei subemendamenti, ma non la fiducia sulla cosiddetta legge di stabilità, spiega così la posizione del suo partito: «Fini ha chiesto le dimissioni di Berlusconi, altrimenti noi usciremo dal governo. Queste due cose sono certe, per tutto il resto aspettiamo che Berlusconi decida se dimettersi o meno. Bisogna attendere il rientro da Seul per sapere se c´è una risposta alle domande che Fini ha posto. Se non ci sarà la conseguenza è il ritiro della nostra delegazione dal governo».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password