Batasuna ci riprova: no alla violenza

La sinistra basca «abertzale», ossia nazionalista, indipendentista e socialista, ci riprova. Fuorilegge Batasuna con la Ley de partidos del 2002 accusata di essere il braccio politico dell’Eta, ieri a Pamplona, in Navarra, 300 militanti abertzale hanno presentato il progetto di un nuovo soggetto politico che rispetterà  «i requisiti» di quella legge, per quanto «antidemocratica».

La sinistra basca «abertzale», ossia nazionalista, indipendentista e socialista, ci riprova. Fuorilegge Batasuna con la Ley de partidos del 2002 accusata di essere il braccio politico dell’Eta, ieri a Pamplona, in Navarra, 300 militanti abertzale hanno presentato il progetto di un nuovo soggetto politico che rispetterà  «i requisiti» di quella legge, per quanto «antidemocratica». La novità è il «rifiuto» esplicito della violenza e l’impegno «fermo e inequivocabile» a usare nella lotta politica per arrivare «al sogno» di un Paese basco «unito, indipendente, euskera-parlante e socialista» mezzi «esclusivamente pacifici e democratici». Nel documento non si fa cenno all’Eta ma è evidente che la sinistra abertzale aspetta con ansia una prossima dichiarazione di un «cessate il fuoco unilaterale, permanente e verificabile» come richiesto dai mediatori internazionali. Ma sul nuovo partito, che guarda alle amministrative del 2011, pesa l’immediato no del ministro degli interni, il socialista Rubalcaba: non basta, Batasuna ha solo due strade: «rompere definitivamente con Eta o ottenere che Eta abbandoni definitivamente la violenza».

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