Via Savona, sgombero nello stabile occupato dagli antagonisti del LabZero

I ragazzi sul tetto (Newpress)

l’occupazione del palazzo durava da quattro mesi

Sette ragazzi resistono sul tetto, una trentina sono stati fatti uscire. Quartiere «blindato» anche ai residenti

MILANO – E’ scattato, dopo quattro mesi, lo sgombero della cosiddetta «Bottiglieria Occupata» di via Savona 18, lo stabile abbandonato di cui avevano preso possesso lo scorso giugno alcuni antagonisti del Laboratorio Zero di Ripa di Porta Ticinese, dopo essere stati allontanati dalla loro sede. Sette giovani però si sono barricati sul tetto del’edificio e non hanno nessuna intenzione di scendere. «Abbiamo cibo e acqua, restiamo qui», hanno risposto ai tentativi di trattative delle forze dell’ordine. Un’altra trentina di ragazzi sono stati via via convinti a uscire e portati all’esterno per essere identificati. Un centinaio gli agenti della Digos e del Nucleo Informativo dei Carabinieri intervenuti all’alba di giovedì. L’intero quartiere è stato «blindato» anche ai residenti: impedito l’accesso da via Solari, Montevideo, Cerano e viale Coni Zugna. I sette, come precisato dai carabinieri, non sono saliti dopo lo sgombero, ma si trovavano in presidio all’ultimo piano dell’edificio già prima dell’inizio delle operazioni e hanno lanciato dei petardi. «Siamo convinti che questo sgombero sia una rappresaglia di risposta alla nostra partecipazione alle lotte studentesche di questi giorni», comunicano i rappresentanti di «Bottiglieria Occupata».

Lo sgombero in via Savona 18

IL CANCELLO ABBATTUTO – Gli agenti sono entrati nell’edificio abbattendo con una ruspa un cancello, sotto i petardi tirati dagli antagonisti. Il palazzo abbandonato era stato occupato da un gruppo di anarchici il 16 giugno scorso dopo lo sgombero del «LabZero» di via Ripa di Porta Ticinese 83. Pesanti i disagi per il quartiere: residenti e negozianti, esasperati, a luglio avevano fotografato i rifiuti nel cortile e i cartelli attaccati ai muri, denunciando «la situazione di estremo disagio» e il «degrado generale della zona», e avevano raccolto centinaia di firme da spedire a sindaco, prefetto e questore per chiedere lo sgombero. Al momento nel palazzo, di proprietà privata, sono in corso i rilievi della polizia scientifica e le perquisizioni della Digos. Gli occupanti già usciti sostano in zona con i propri bagagli, mentre altri attendono di recuperare le proprie cose.