Stragi, Spatuzza riconosce lo 007 “E forse ebbe un ruolo in via D’Amelio”

Il pentito: somiglia all’uomo che partecipò ai preparativi.  Ciancimino: Narracci è proprio l’agente del Sisde che si incontrava con mio padre Il pm Lari frena: ancora molti dubbi. E al Copasir chiedono da tempo che lasci i servizi

 

Il pentito: somiglia all’uomo che partecipò ai preparativi.  Ciancimino: Narracci è proprio l’agente del Sisde che si incontrava con mio padre Il pm Lari frena: ancora molti dubbi. E al Copasir chiedono da tempo che lasci i servizi

  PALERMO – Le inchieste sulle stragi di Capaci e di via D´Amelio ogni giorno che passa aprono scenari inquietanti e coinvolgono ancora di più pezzi dei servizi segreti che avrebbero avuto un ruolo in quella stagione di sangue. Ieri pomeriggio il principale pentito della strage di via D´Amelio, Gaspare Spatuzza, è stato messo a confronto con uno degli 007 sul quale da mesi si appuntano i sospetti di essere stato l´uomo che il giorno prima della strage sarebbe stato presente alla preparazione dell´autobomba utilizzata per uccidere il 19 luglio del ´92 il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.
Il pentito lo avrebbe riconosciuto in base a delle fotografie che gli sono mostrate, e così a quel volto è stato un nome, Lorenzo Narracci, ex appartenente al Sisde, e attualmente membro dell´Asi, l´Agenzia di sicurezza interna. Il Copasir (con il deputato fli Carmelo Bruguglio) ha chiesto da tempo il suo allontanamento dai servizi segreti, ma l´agente pare inamovibile. Meno sicuro Spatuzza è stato nel confronto diretto. Davanti al procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari ed ai pm Nico Gozzo e Nicolò Marino, non ha saputo affermare con certezza che Narracci fosse l´uomo presente nel garage dove venne preparata la strage. Potrebbe essere lui oppure no, avrebbe detto il pentito che quindi non è certo al cento per cento che sia proprio Narracci quell´uomo misterioso «esterno a Cosa Nostra» .
E l´incertezza di Spatuzza è stata confermata dallo stesso procuratore Sergio Lari che ha anche sostenuto che alcune notizie uscite ieri nelle agenzie di stampa non erano esatte. Questo non vuol dire, sottolineano gli inquirenti, che Spatuzza non sia credibile. Le sue dichiarazioni proprio sulla preparazione della strage di via D´Amelio, sono state riscontrate ed hanno smentito il primo pentito che parlò di quella strage, Vincenzo Scarantino che per conto di qualcuno depistò le indagini chiamando in causa anche persone innocenti che ancora oggi stanno scontando l´ergastolo. Ma il processo si avvia verso la revisione ed alcuni che erano stati condannati saranno rimessi in libertà perché completamente estranei alla strage.
Ma se Narracci non è stato riconosciuto al cento per cento da Gaspare Spatuzza, non ha avuto invece dubbi nel riconoscerlo, Massimo Ciancimino, il figlio del defunto ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, che nei mesi scorsi ai magistrati di Palermo e Caltanissetta aveva raccontato che Lorenzo Narracci era l´uomo che spesso era andato a trovare Vito Ciancimino mentre era detenuto nel carcere di Rebibbia o mentre era al soggiorno obbligato. Ma la giornata dei pm palermitani e nisseni è stata abbastanza movimentata tra confronti ed interrogatori. L´ultimo in serata a Palermo con l´interrogatorio di un altro 007, Rosario Piraino, chiamato in causa da Massimo Ciancimino il quale ha raccontato che l´agente segreto sarebbe andato a trovarlo a casa a Palermo mentre era agli arresti domiciliari ed a Bologna quando fu rimesso in libertà.
Rosario Piraino è stato indagato per minacce e per avere favorito Cosa nostra, secondo Ciancimino lo 007 lo avrebbe minacciato consigliandogli di non parlare con i magistrati, di stare zitto e di non fare il nome del Presidente del Consiglio Silvvio Berlusconi. Piraino nell´interrogatorio di ieri ha smentito le rivelazioni di Massimo Ciancimino ed oggi, in una località segreta i due saranno messi a confronto. Insomma le inchieste sulle stragi ogni giorno di più svelano colpi di scena inquietanti ed i pm di Palermo e Roma stanno lavorando molto velocemente per evitare il possibile inquinamento delle indagini.

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