La Digos: 200 erano a Milano da domenica. Al rientro in patria arrestati 19 tifosi. Manganelli: “Falle nel circuito informativo”. Ivan Bogdanov: la politica non c’entra. Oggi iniziano gli interrogatori degli otto hooligan fermati dopo gli incidenti a Genova
La Digos: 200 erano a Milano da domenica. Al rientro in patria arrestati 19 tifosi. Manganelli: “Falle nel circuito informativo”. Ivan Bogdanov: la politica non c’entra. Oggi iniziano gli interrogatori degli otto hooligan fermati dopo gli incidenti a Genova
GENOVA – Gli hooligan serbi erano arrivati in Italia nel fine settimana precedente la partita di Genova tra le due nazionali, poi sospesa per le violenze dei teppisti. E un gruppo di 200 di loro, tra i più pericolosi, ha dormito due notti a Milano dove, sospettano gli inquirenti, avrebbe potuto contare sul supporto logistico di estremisti di destra. Imboccano così la pista dell´”internazionale nera” le indagini della Digos sugli ultranazionalisti che hanno sfidato l´Uefa. Soste, ospitalità, contatti precedenti e addirittura successivi ai disordini di Genova tra neofascisti italiani e serbi (ma anche sloveni e austriaci), sono oggetto di accertamenti anche da parte delle Digos di Verona e Padova.
Episodi che testimoniano come il “mucchio selvaggio” di Genova sia in realtà uscito alla spicciolata dalla Serbia con largo anticipo rispetto al match di martedì, e senza alcun controllo abbia potuto raggiungere il capoluogo ligure, “armarsi” di centinaia di razzi e fumogeni, occupare il centro città di sorpresa nelle ore precedenti la partita e pianificare anche l´assalto al pullman della squadra. Se gli investigatori lavorano in silenzio continuano i clamori della crisi diplomatica e dello scambio di accuse tra i due governi. Il ministro dell´interno Roberto Maroni sottolinea come l´operato della polizia abbia evitato un altro Heysel e non risponde alle critiche del sindaco di Genova Marta Vincenzi. Il capo della polizia Antonio Manganelli parla di «falle nel circuito informativo». La Federcalcio serba replica confermando di aver fornito le informazioni necessarie e accusando di «organizzazione disastrosa» l´Italia, mentre ieri mattina la polizia di Belgrado ha fermato alcuni pulman che rientravano dall´Italia arrestando, con accuse non meglio precisate, 19 persone.
Per gli otto finiti in manette a Genova, invece, questa mattina iniziano gli interrogatori di convalida davanti al gip Maurizio De Matteis. I primi tre sono quelli con le accuse più pesanti (danneggiamento, lancio e porto di oggetti atti ad offendere) e tra di loro c´è naturalmente Ivan Bogdanov, l´uomo mascherato. Con lui un montenegrino e un impiegato sloveno che risiede in Austria. Gli altri cinque devono rispondere solo dell´accusa di resistenza formulata dal pm Cristina Camaiori. Due le strade possibili. La prima è una condanna con patteggiamento ad una pena entro i due anni con immediato rilascio e contestuale espulsione dall´Italia scortati dalla polizia. Ma la legge contro la violenza nelle manifestazioni sportive prevede un aggravamento della pena e allora, specie per Ivan e qualcuno dei suoi compagni, potrebbe profilarsi una permanenza nelle carceri italiane.
Ieri, attraverso, i suoi legali, gli avvocati Alessandra Baudino e Gianfranco Pagano, Ivan Bogdanov ha detto di essere dispiaciuto: «Chiedo scusa all´Italia, non c´entra la politica anche se sono un nazionalista come tutti i serbi. È solo questione di calcio, e in particolare della nostra rabbia contro la federazione calcio serba. Volevamo solo fare un po´ di “casino”, è stata colpa della birra e poi delle bandiere che ci hanno sequestrato all´ingresso. Abbiamo esagerato». Per i giornali serbi, però, Ivan non è un tifoso qualunque, ma un vero capo degli hooligan neofascisti della Stella Rossa. Il quotidiano Blic non solo ricorda la sua partecipazione all´assalto all´ambasciata Usa a Belgrado nel 2008 in seguito all´arresto del criminale di guerra Karadzic, ma evidenzia anche alcune contraddizioni, come il lavoro saltuario da guardia giurata e l´abitazione in uno dei quartieri residenziali della capitale.
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