“Finito il tempo delle ipocrisie”

Gentile direttore, è apparentemente confortante lo sdegno che ha suscitato nel nostro Paese la «lezione» di stampo «negazionista» del signor Claudio Moffa all’Università  di Teramo. Definirlo professore è un insulto all’onestà  della classe accademica universitaria.

Gentile direttore, è apparentemente confortante lo sdegno che ha suscitato nel nostro Paese la «lezione» di stampo «negazionista» del signor Claudio Moffa all’Università  di Teramo. Definirlo professore è un insulto all’onestà  della classe accademica universitaria. Ognuno di noi e da ogni angolo della nostra penisola, ha richiamato l´importanza dei valori della Memoria, dell´idea che fatti come quelli di Teramo ci impongano oggi più che mai di vigilare, cos come la mobilitazione generale rispetto all´idea di far chiudere il «Master Mattei» (strumento usato da Moffa per diffondere tesi aberranti). Abbiamo assistito ad accuse e contraccuse tra politici di uno schieramento e quelli di un altro rispetto alle «responsabilità morali» che hanno portato questo personaggio ad insegnare e alle differenti posizioni e provvedimenti che si vorrebbero assumere dentro l´Università di Teramo. Comprensibile la rabbia degli ultimi Sopravvissuti alla Shoàh che si sentono spaesati e preoccupati su quale sarà il destino in Italia e in Europa della verità, qualora le tesi dei vari, Moffa, Faurisson, Irving dovessero ogni giorno di più, trovare spazio nella società civile. In un perverso e pericoloso meccanismo mediatico in cui la posizione, per quanto riprovevole e aberrante dei negazionisti, possa essere sullo stesso piano di quella dei «Custodi della Memoria». Specie quando tali argomentazioni sono sostenute da stati come l´Iran di Ahmadinejhad o da Hamas a Gaza. Infine, le lodevoli dichiarazioni del Ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini che propone per la prima volta e coraggiosamente di «valutare ipotesi di cacciare via dall´Università» questo professore. Abbiamo un unico strumento per contrastare questo fenomeno: approvare una legge, che una volta per tutte in Italia, renda reato il Negazionismo e il ridimensionamento dei numeri della Shoàh. Visto che domani ci avviamo a celebrare e ricordare il 67° anniversario della Deportazione degli ebrei di Roma del 16 ottobre, potremmo, da questa tragica data impressa nella memoria collettiva, prenderci tutti noi l´impegno fino al 27 gennaio prossimo, di mettere nero su bianco un testo di legge sul negazionismo, da far discutere e approvare dal nostro Parlamento. Per questo faccio appello in primis ai presidenti di Camera e Senato di fare uno sforzo in tal senso e calendarizzare la discussione. Faccio appello ai deputati e senatori di tutti gli schieramenti, una volta per tutte, affinché promuovano unitariamente questa legge, che nel 2007 si aren nonostante un ddl dell´allora ministro alla Giustizia Clemente Mastella. Faccio appello a tutti gli amministratori locali e ai media affinché si esprimano a favore di questa legge, che considero la nostra ultima chanche.
(*presidente della comunità ebraica di Roma)

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